Condanna CEDU: le opinioni divergenti di Albert Rösti e Beat Jans
I due consiglieri federali Albert Rösti (a nisitra) e Beat Jans saranno chiamati a prendere le misure necessarie dopo la condanna della CEDU.
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I dipartimenti dell'ambiente e della giustizia saranno chiamati a prendere le misure necessarie dopo il verdetto che condanna la Svizzera per la sua politica climatica.
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tvsvizzera.it/mrj con RSI
La condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) contro la Svizzera per la sua politica climatica fa discutere anche i consiglieri federali. Il ministro dell’ambiente Albert Rösti e quello di giustizia Beat Jans si sono espressi sulla sentenza che ha dato ragione alle Anziane per il clima. I due consiglieri federali che dovranno valutare come applicarla hanno opinioni piuttosto diverse.
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La vittoria delle anziane per il clima ha fatto discutere molto la popolazione, giuristi e giuriste e parlamentari. Ora tocca anche al Consiglio federale. In un intervento alla Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF il ministro socialista e direttore del Dipartimento federale di giustizia e polizia Beat Jans ha detto che “la Svizzera potrà continuare a decidere in modo indipendente e in tutta sovranità la propria politica climatica. Non è una sentenza contro la popolazione elvetica, ma per lei, perché rafforza i diritti di chi vive in Svizzera. Non c’è motivo di essere turbati così tanto per questa sentenza”. Ha poi aggiunto che “le forze antieuropeiste cercano di interpretarla a loro modo. Ma questa sentenza non ha a che fare con l’Europa e con i rapporti che abbiamo con l’UE. Questa Corte è [anche] un nostro tribunale… l’argomento del diritto straniero non c’entra”.
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Parole rilevanti perché pronunciate da chi dirige uno dei dipartimenti che dovrà studiare le implicazioni della sentenza. Sarà però coinvolto anche quello dell’energia e dell’ambiente diretto Albert Rösti. Il democentrista (UDC, destra conservatrice) ha espresso parecchie perplessità in questi giorni. Alcune di queste lunedì a margine del Sechseläuten, altre sabato, riportate dal quotidiano svizzero-tedesco Tages-Anzeiger. “Dal 2016 – ha detto – anno nel quale è stata inoltrata la denuncia, la Svizzera ha fatto molto. L’anno scorso abbiamo votato scegliendo la decarbonizzazione, cosa che non è però stata considerata [dalla Corte]. A livello di separazione dei poteri noto poi uno spostamento a favore del potere giudiziario e ciò non è compatibile con la democrazia diretta. Da noi decide il popolo che misure prendere”.
I pareri tra i due ministri sono insomma piuttosto divergenti. Così come divergenti sono vari atti parlamentari sul tema annunciati alle camere federali.
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