Il franco svizzero è un porto sicuro nell’incertezza dei dazi
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La politica statunitense sui dazi sta causando incertezza tra gli investitori e pesa sui mercati finanziari: nel comparto dei cambi si osserva una certa preferenza per i beni rifugio come il franco svizzero o lo yen giapponese.
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La preoccupazione principale è che i balzelli doganali annunciati dal presidente americano Donald Trump per il 2 aprile abbiano un impatto negativo sulla crescita economica e alimentino nuovamente l’inflazione. Manca anche chiarezza riguardo a quali dazi saranno introdotti esattamente. “La parola che continuo a sentire è incertezza”, afferma un esperto di valute.
L’euro è così oggi in lieve calo sul franco rispetto a venerdì sera, con un corso a 0,9528. Il dollaro viene da parte sua scambiato a 0,8790 franchi: è nuovamente scivolato sotto la soglia degli 88 centesimi.
Oltre al franco secondo gli operatori anche lo yen è sempre più ricercato nel contesto attuale. “L’umore del mercato era già abbastanza fragile prima dell’annuncio delle imposizioni tariffarie statunitensi mercoledì, ma il presidente Trump lo ha esacerbato ulteriormente quando ha detto ai giornalisti che i dazi si sarebbero applicati a tutti i paesi e non solo a pochi selezionati”, si legge in un commento di uno specialista.
La precarietà della situazione è ben illustrata anche dal prezzo dell’oro, che stamani ha raggiunto un nuovo record: il metallo prezioso con consegna immediata (Gold spot) è scambiato a 3115,10 dollari l’oncia, con un aumento dello 0,97%, mentre l’oro con consegna a giugno (Comex) passa di mano a 3146,20 dollari, in avanzamento dell’1,02%.
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