I comuni turistici esigono dai Cantoni, l’introduzione di una tassa sugli immobili
Temendo un crollo delle entrate fiscali a seguito dell'abolizione del valore locativo, i comuni turistici di montagna esortano i Cantoni a introdurre una nuova imposta coordinata sulle seconde case per compensare le perdite.
Dopo il “sì” alle urne all’abolizione dell’imposizione del valore locativo, i comuni turistici di montagna esortano i Cantoni a introdurre una tassa sugli immobili per le seconde case abitate dal proprietario. In caso contrario, temono crolli delle entrate fiscali.
“Solo così si potrà compensare almeno una parte delle perdite, che colpiscono duramente proprio i comuni turistici alpini”, scrive giovedì la Conferenza dei presidenti dei comuni di montagna turistici – organo che riunisce una cinquantina di comuni dell’Arco alpino, nessuno dei quali in Ticino – in una nota. Secondo l’organizzazione, l’introduzione della tassa è “inderogabile”. Un apposito appello è stato inviato ai Cantoni.
Nei Grigioni si stimano minori introiti fiscali per 30 milioni di franchi, in Vallese per 22 milioni. Per i singoli comuni le cifre sono “pesanti”, soprattutto dove abbondano le seconde residenze, si legge nella nota.
La Conferenza invita i Cantoni a coordinare le modalità di questo balzello, per evitare un fenomeni di “turismo fiscale” che spingerebbe i proprietari a spostare la seconda casa nel Cantone più conveniente.
Fondamentale, infine, che l’abolizione del valore locativo entri in vigore solo dopo l’introduzione della nuova imposta da parte di Cantoni e comuni.
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