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Il Nazionale chiede di revocare l’asilo in caso di reati e più controlli alle frontiere

il ministro di giustizia e polizia Beat Jans
Il ministro di giustizia e polizia Beat Jans. Keystone-SDA

Giro di vite sui richiedenti asilo che hanno commesso reati, maggiori controlli alle frontiere e nuove misure per sgravare e sostenere i Cantoni nell'esecuzione degli allontanamenti.

Sono queste, in estrema sintesi, le decisioni adottate lunedì dal Consiglio nazionale al termine di una sessione straordinaria voluta dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e denominata “Asilo e sovranità”.

Nel corso del dibattito si sono susseguiti alla tribuna esponenti democentristi che hanno presentato cinque mozioni. Altre due sono state sottoposte al plenum dal Gruppo liberale radicale e dalla Commissione delle istituzioni politiche. Il Consiglio federale proponeva di bocciarle tutte, a eccezione di quest’ultima, che chiede un aumento dei controlli alle frontiere.

“Non passa giorno senza che ci siano reati gravi commessi da richiedenti asilo”, ha affermato in apertura Pascal Schmid (UDC), aggiungendo che uno su quattro è commesso da migranti, richiedenti asilo, turisti del crimine. “Siamo di fronte a un rischio per la sicurezza”, ha sottolineato, chiedendo al Consiglio federale di revocare il permesso accordato a coloro che se sono stati condannati per un reato. Se le basi legali non fossero sufficienti, l’esecutivo dovrà presentare un disegno di legge. La sua proposta è stata accolta con 105 voti a 72 e 12 astensioni.

Sulla stessa linea Christoph Riner (UDC) che con la sua mozione proponeva di limitare sistematicamente, fino all’esecuzione della pena e all’espulsione, la libertà di movimento delle persone in procedura d’asilo, dei richiedenti asilo respinti e dei migranti senza titolo di soggiorno non appena nei loro confronti è avviato un procedimento penale per un crimine o un delitto. La sua proposta è stata approvata dal plenum con 116 a 69 e 4 astensioni.

L’UDC chiedeva anche interventi di limitazione del ricongiungimento familiare – uno dei principali motivi della crescita della popolazione in Svizzera – prendendo spunto da Paesi come la Svezia e la Danimarca, che lo hanno fatto “rispettando la Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati”, ha rilevato Jean-Luc Addor (UDC). “La prosecuzione di questa tendenza non è negli interessi economici della Svizzera”, ha spiegato invano il vallesano. Il progetto è stato bocciato con 96 voti a 89 e 5 astensioni.

Un’altra mozione UDC proponeva che le persone che entrano in Svizzera passando da Paesi terzi sicuri potessero essere respinte alla frontiera senza procedura d’asilo. “Il sistema di asilo viene abusato da diversi migranti economici che passano attraverso Paesi sicuri”, ha affermato Piero Marchesi (UDC). L’accoglienza dovrebbe essere limitata a chi ne ha realmente bisogno, ha aggiunto il ticinese, per il quale le modifiche proposte avrebbero dotato la Svizzera di uno strumento efficace ispirato a quanto già in vigore in Stati vicini. Anche in questo caso non c’è stato nulla da fare. La proposta è stata bocciata con 95 voti a 89 e 5 astensioni.

Discussioni sull’OMS

Nulla da fare nemmeno per un’altra mozione UDC, che puntava gli occhi sull’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e chiedeva di notificare entro un periodo determinato il rifiuto di tutti gli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (RSI). “Riceviamo ordini da Ginevra (OMS) e dobbiamo rinunciare alla nostra libertà?”, si è chiesto Rémy Wyssmann (UDC), auspicando che sia la Svizzera a decidere quali regole introdurre e come finanziarle. Il plenum l’ha affossata con 125 a 65 voti.

Sono state invece accolte le ultime due mozioni. Per contenere la criminalità transfrontaliera, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale chiede al governo di intensificare, a breve e medio termine, i controlli ai confini e di adottare misure più incisive per respingere sistematicamente le persone senza un permesso di dimora valido che non presentano domanda di asilo. Le mutate condizioni internazionali impongono anche alla Svizzera di rivedere le proprie misure alle frontiere, sia a livello effettivo sia nella percezione della popolazione, ha affermato Giorgio Fonio (Centro) a nome della commissione. Il testo è stato sostenuto dal plenum con 121 voti a 64 e 5 astensioni.

Misure di sgravo per gli allontanamenti

Esito positivo anche per una mozione del gruppo liberale radicale che propone di incaricare il Governo di esaminare e attuare misure volte a sgravare e sostenere i Cantoni nell’esecuzione degli allontanamenti. Un sistema mirato di sostegno per i Cantoni molto sollecitati può contribuire ad agevolare l’attuazione operativa dei rimpatri e a ripartire in maniera più equilibrata gli oneri, ha spiegato Peter Schilliger (Partito liberale radicale – PLR, destra). La proposta è stata adottata con 127 a 61 e 1 astensioni.

“Anche il Consiglio federale vuole che la popolazione si senta al sicuro, anche io voglio che le mie figlie possano tornare a casa senza doversi guardare attorno”, ha affermato il ministro di giustizia e polizia Beat Jans, prima di elencare tutta una serie di misure adottate dalla Confederazione negli ultimi anni in questo ambito, che hanno portato a una diminuzione dei casi di violenza nei centri di asilo.

“Non accettiamo i reati anche se commessi solo da una minoranza”, ha assicurato Jans, garantendo di prendere sul serio la questione. “La maggior parte dei vostri interventi non ci fa fare passi avanti”, ha sostenuto, mettendo in guardia dal generalizzare e dal dimenticarsi i diritti, per esempio anche di chi è magari solo sospettato di aver commesso un reato, oppure quanto previsto dalla Costituzione federale.

Il dossier va ora agli Stati.

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