Il Governo svizzero vara una strategia nazionale contro il razzismo e l’antisemitismo
Una strategia nazionale contro il razzismo e l'antisemitismo: è stata approvata per la prima volta dal Consiglio federale e persegue diversi obiettivi, tra i quali la protezione delle persone colpite, la prevenzione e la promozione dell'impegno sociale.
La strategia mira a migliorare la rilevazione dei casi di razzismo e antisemitismo, lanciando così un segnale forte a tutela dei diritti fondamentali e umani in Svizzera, ha indicato la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider in una conferenza stampa lunedì a Berna.
Secondo la ministra giurassiana, “la lotta contro il razzismo e l’antisemitismo è una responsabilità collettiva e duratura”. Con questo documento, di 15 pagine, la Confederazione vuole ribadire che “la Svizzera sceglie il rispetto, l’uguaglianza, la giustizia e l’inclusione”.
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“Modello 4×4”
La strategia, denominata “modello 4×4” e che si snoderà sugli anni dal 2026 al 2031, propone quattro campi d’azione, ha aggiunto Baume-Schneider. Si tratta di migliorare il monitoraggio del razzismo e dell’antisemitismo, proteggere le vittime, rafforzare la prevenzione a livello istituzionale e promuovere l’impegno sociale in questo ambito.
Il documento definisce inoltre un quadro di riferimento per l’azione della Confederazione, dei Cantoni, delle Città e dei Comuni e mira a rafforzare il dialogo con la società civile, viene precisato. Con tale strategia, il Consiglio federale adempie a un mandato del Parlamento, rispondendo in particolare a una mozione della Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale.
Una realtà nel nostro Paese
Il razzismo e l’antisemitismo sono una realtà nel nostro Paese, ha ancora sottolineato la responsabile del Dipartimento federale dell’interno (DFI). Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica (UST), nel 2024 il 17% della popolazione residente di età compresa tra i 15 e gli 88 anni ha dichiarato di aver subito una discriminazione razziale nei cinque anni precedenti, pari a 1,2 milioni di persone.
Le persone discriminate lo sono a causa della loro nazionalità o origine etnica effettiva o presunta, del colore della loro pelle o della loro appartenenza religiosa. Le conseguenze sono spesso gravi – accesso limitato al mercato del lavoro e all’alloggio, ripercussioni economiche e sanitarie, emarginazione sociale – e hanno un impatto sull’intera società.
Mancanza di dati
Il DFI cita in particolare il “razzismo anti-Nero, l’antisemitismo, il razzismo anti-musulmano o il razzismo nei confronti di Yenish, sinti/manouches o rom”, con la difficoltà per le persone colpite di far valere il torto subito. Inoltre, mancano i dati, poiché molti casi rimangono invisibili perché non segnalati.
Il piano d’azione attua le disposizioni sancite dalla Costituzione federale, che vieta la discriminazione e impone alle autorità di contrastarla. Soddisfa, inoltre, le raccomandazioni del comitato delle Nazioni Unite, incaricato di verificare il rispetto della Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, ha precisato la responsabile del DFI.
Il prossimo passo sarà l’elaborazione, da parte del Servizio per la lotta al razzismo, di un piano d’azione con misure volte a combattere questi fenomeni. La strategia contro il razzismo e l’antisemitismo dovrebbe essere attuata a partire dal prossimo anno.
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