“No” del Consiglio federale a una tassa per le cure in pronto soccorso
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Il Governo svizzero boccia l’introduzione di un supplemento per le cure d’urgenza, ritenendolo inefficace e fonte di complicazioni amministrative.
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No a una tassa per le cure in pronto soccorso. Il Consiglio federale respinge il progetto in tal senso elaborato da una commissione del Nazionale, raccomandando ai parlamentari la non entrata in materia. Secondo il Governo, la misura non sgraverebbe i reparti.
Nei pronto soccorso il numero di consultazioni è aumentato e molto spesso si tratta di casi di lieve entità, ricorda l’Esecutivo in una nota. Per sgravarli, la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N) ha elaborato un progetto che però non riguarda solo questi ultimi casi.
Prevede infatti che tutti gli assicurati debbano pagare un supplemento all’aliquota percentuale fino a 50 franchi per ogni trattamento ricevuto in un reparto di pronto soccorso ospedaliero senza esservi stati indirizzati per iscritto da un medico, una farmacia, un centro di telemedicina o per il tramite di un numero cantonale per le urgenze. Sarebbero esonerati solo le donne incinte, i bambini e le persone portate al pronto soccorso ospedaliero da imprese di trasporto o salvataggio. La decisione in merito all’introduzione del supplemento e al suo ammontare spetterebbe ai Cantoni.
Pur condividendo l’obiettivo della proposta, il Consiglio federale – come la grande maggioranza delle parti interessate (ospedali, medici, assicuratori malattia, Cantoni) e di quasi l’87% dei partecipanti alla consultazione – ritiene che il progetto non consentirebbe di raggiungerlo.
Un effetto dissuasivo presuppone che i pazienti dispongano di un’alternativa al pronto soccorso ospedaliero. In particolare, negli orari marginali e nel fine settimana, però, il pronto soccorso di un ospedale è spesso l’unico punto di accesso all’assistenza medica, rileva nella nota.
Maggiori spese
Secondo l’Esecutivo, il progetto causerebbe maggiori oneri amministrativi per i cantoni le casse malattia e i fornitori di prestazioni, e sarebbe più gravoso anche per gli assicurati. I Cantoni, per esempio, dovrebbero adeguare le loro basi giuridiche, vigilare sull’attuazione, attuare campagne di informazione e dirimere questioni giuridiche sulla responsabilità civile.
Le casse malattia dovrebbero verificare se il Cantone in cui la persona è assicurata ha introdotto il supplemento o meno. Dovrebbero poi stabilire se l’assicurato si è recato al pronto soccorso con o senza indicazione e se vi sono i presupposti per una deroga. Anche per i fornitori di prestazioni l’emissione e il controllo delle indicazioni scritte determinerebbero attività amministrative supplementari.
I maggiori oneri per tutte le parti coinvolte potrebbero generare costi aggiuntivi, che risultano sproporzionati rispetto all’effetto presumibilmente contenuto delle disposizioni, teme il Consiglio federale, proponendo di non entrare in materia.
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