L’internamento degli assassini minorenni è possibile se esiste pericolo di recidiva
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Da inizio luglio, le e i minorenni che hanno commesso un assassinio tra i 16 e i 18 anni potranno venir internati, se vi è pericolo di recidiva per esempio, una volta diventati adulti.
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Le e i 16-18enni che si sono resi colpevoli di assassinio possono essere internati una volta raggiunta l’età adulta se la perizia psichiatrica ha stabilito che esiste un pericolo di recidiva. È quanto prevedono le modifiche del diritto penale minorile approvate dal Parlamento e poste mercoledì in vigore per la prossima estate dal Consiglio federale.
L’Esecutivo ricorda in una nota che il diritto penale minorile non si prefigge solo di punire bensì anche di educare e tutelare le autrici e gli autori di reato minorenni. Nel caso dei minorenni che si trovano ancora in fase di sviluppo, le misure pedagogiche e terapeutiche hanno maggiori probabilità di successo. Questi principi del diritto penale minorile si sono dimostrati efficaci e saranno mantenuti in futuro.
L’internamento potrà essere ordinato solo se la persona è ormai maggiorenne e vi è il serio rischio che commetta nuovamente un assassinio. Fintantoché è minorenne continuano a essere applicabili soltanto le sanzioni previste dal diritto penale minorile.
Oggi una volta scontata la pena, la persona condannata può essere liberata a 25 anni – 4 anni di pena massima cui si aggiungono le misure di protezione e risocializzazione – senza che nessuno possa opporsi benché l’individuo possa risultare ancora pericoloso per la società.
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