Analisi della parità salariale, il 50% delle aziende non rispetta la legge
Tra le possibili ragioni c'è la mancanza di consapevolezza del problema.
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Oltre la metà delle aziende non rispetta l'obbligo di eseguire un'analisi della parità salariale uomo-donna. Lo indica venerdì il Consiglio federale spiegando che l'assenza di sanzioni per chi viola la legge spiega in parte questa situazione.
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Il principio costituzionale del salario uguale per un lavoro di uguale valore rappresenta una componente centrale della parità dei sessi, sottolinea il Governo in una notaCollegamento esterno. Per attuare meglio tale principio, dal 1° luglio 2020 le aziende con almeno 100 impiegati devono per legge eseguire un’analisi della parità salariale all’interno dell’azienda.
Le aziende hanno tre obblighi: analizzare se all’interno dell’azienda sussistono disparità salariali sistematiche inspiegabili tra donna e uomo, far verificare l’analisi da un organo indipendente e informare i lavoratori sul risultato dell’analisi.
Come accennato, dai risultati di uno studio esterno commissionato dall’Ufficio federale di giustizia emerge che più della metà delle aziende non adempie alle proprie responsabilità. Lo studio cita come possibili ragioni la mancanza di consapevolezza del problema, la scarsa conoscenza degli obblighi legali o l’assenza di sanzioni in caso di mancata attuazione.
Alla luce di ciò, il Consiglio federale ha deciso di anticipare di due anni il suo rapporto sulla valutazione d’impatto, ora atteso già alla fine del 2027. Questo mostrerà se saranno necessarie misure aggiuntive per assicurare la parità salariale prevista dalla Costituzione.
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