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Nucleare in Svizzera: “Con le stesse sovvenzioni dell’eolico costerebbe quasi zero”

centrale nucleare
Keystone-SDA

Una nuova centrale nucleare in Svizzera potrebbe essere costruita quasi a costo zero se ricevesse le stesse sovvenzioni dell’eolico, sostiene l’esperta Annalisa Manera, criticando un recente rapporto ritenuto parziale e favorevole solo alle energie rinnovabili.

In Svizzera si potrebbe avere una nuova centrale nucleare quasi a costo zero, se si adottasse lo stesso approccio, a livello di sovvenzioni, che viene impiegato nell’eolico.

Ne è convinta Annalisa Manera, esperta di energia atomica e professoressa al Politecnico federale di Zurigo, che non manca di criticare un recente rapporto sul tema pubblicato dall’Accademia svizzera di scienze naturali (SCNAT): è di parte e travisa i fatti, dice, facendo riferimento anche al parco eolico del San Gottardo.

Occorre “in ogni caso” discutere della costruzione di una nuova centrale nucleare in Svizzera, afferma la 51enne in un’intervista pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung. “In primo luogo, non dobbiamo dimenticare quanta energia genera un impianto atomico. I nuovi reattori come quello di Flamanville, in Francia, producono una quantità di elettricità pari a quella di 1350 grandi turbine eoliche. In secondo luogo, in futuro avremo bisogno di più corrente per le auto elettriche e i sistemi di riscaldamento. Poiché le centrali nucleari esistenti saranno chiuse entro 20 anni, sarà due volte più difficile, senza nuove centrali, mantenere la nostra elettricità senza CO2”.

Secondo il documento della SCNAT però – ribatte il giornalista – un nuovo impianto potrebbe essere collegato alla rete non prima del 2050 e sarebbe difficilmente redditizio. “Non sorprende che, nelle condizioni attuali, la costruzione di una centrale nucleare richieda molto tempo”, risponde l’intervistata. “Il rapporto si basa però su ipotesi selettive. Nella prima parte vengono ignorati gli aspetti positivi dell’energia nucleare, nella seconda le energie rinnovabili sono viste invece con benevolenza, come se non vi fossero problemi nella loro costruzione”.

Lo studio parla ad esempio di ostacoli politici e sociali, perché secondo i rilevamenti demoscopici la maggioranza della popolazione sarebbe scettica. “Ci sono però altrettanti sondaggi con una maggioranza a favore. Il risultato dipende esclusivamente dal modo in cui viene posta la domanda: se si chiede semplicemente: ‘Vuole una nuova centrale nucleare?’, la maggioranza è contraria. È comprensibile che non tutti vogliano una nuova centrale se non è necessaria. Se invece si chiede: ‘È favorevole alla costruzione di nuove centrali per combattere la carenza di elettricità?’, nei sondaggi la maggioranza è favorevole”.

Senza un nuovo reattore sarebbero necessarie alternative per compensare le fluttuazioni dell’energia solare ed eolica. “L’alternativa sarebbe costituita da centrali a gas e da maggiori importazioni: questa non è una mia valutazione, ma il risultato di diversi studi. Le emissioni di CO2 del nostro mix elettrico aumenteranno. Si tratterebbe ancora di una transizione energetica?”, si chiede l’accademica con laurea all’università di Pisa e dottorato a Delft, in Olanda.

“Anche su questo punto il rapporto omette fatti importanti”, prosegue la specialista. “Non ricorda che l’approvazione dell’opinione pubblica per le centrali a gas è molto più bassa nei sondaggi rispetto a quella per le centrali nucleari. A un certo punto, il gradimento era addirittura del 25%. Ignorare questo dato è molto unilaterale”.

Secondo il rapporto però le nuove centrali atomiche non sarebbero affatto redditizie: perché affidarsi al costoso nucleare quando esistono alternative a basso costo? “Questo calcolo è semplicemente sbagliato. L’unico motivo per cui una centrale nucleare non sarebbe redditizia è che le energie rinnovabili sono altamente sovvenzionate e distorcono il mercato. A causa delle sovvenzioni per l’energia eolica e solare, anche l’energia idroelettrica non è stata più redditizia per molti anni”.

“La centrale nucleare britannica di Hinkley Point, che è principalmente di proprietà dell’impresa francese EDF, garantisce contrattualmente al governo britannico elettricità per 10 centesimi al chilowattora”, osserva la professoressa dell’ETH. “In Svizzera, invece, le centrali eoliche hanno una garanzia di 23 centesimi per chilowattora per cinque anni e di 13 centesimi in seguito. Con sovvenzioni così alte come quelle per le turbine eoliche si potrebbe costruire una centrale nucleare quasi gratis”.

“Se nella Confederazione una nuova centrale nucleare fosse sovvenzionata nella stessa misura dell’energia eolica, riceverebbe quasi 14 miliardi di franchi nei primi cinque anni. Ciò significa che tutti gli investimenti e i costi di capitale verrebbero recuperati in soli cinque anni. Si tratterebbe di un ammortamento record. La centrale nucleare fornirebbe elettricità a prezzi estremamente bassi per i successivi 55 anni, perché i costi del combustibile per l’energia nucleare sono trascurabili”.

Anche le turbine eoliche – ribatte il cronista – producono a buon mercato quando vengono ammortizzate. “Il confronto è errato”, replica la professionista. “Le nuove centrali nucleari sono progettate per durare almeno 60 anni e sappiamo che possono durare fino a 80 anni. Le centrali eoliche, invece, hanno una vita utile di soli 25 anni. A quel punto, sarà necessario investire nuovamente la stessa cifra. Inoltre, la produzione affidabile di elettricità dalle centrali nucleari è completamente diversa da quella delle turbine eoliche, che viene generata solo quando c’è vento. Questo comporta costi aggiuntivi”.

“La costruzione di una centrale nucleare richiede effettivamente molto tempo a causa del complicato processo di autorizzazione”, aggiunge la studiosa nata a Bari. “L’energia eolica ha però esattamente lo stesso problema. Anche questo aspetto viene nascosto nel rapporto della SCNAT”.

“Prendiamo il parco eolico del San Gottardo. Ci sono voluti 18 anni per realizzarlo, compresa l’autorizzazione. Ci sono cinque turbine eoliche: insieme generano un 750esimo dell’elettricità all’anno rispetto a una moderna centrale nucleare. L’associazione per l’energia eolica, Suisse Éole, ipotizza generalmente un tempo di realizzazione di 25 anni per i parchi eolici: se si progettasse ora una nuova centrale, non sarebbe pronta prima del 2050. L’autorizzazione e la costruzione di una centrale nucleare non richiederebbero quindi più tempo di un parco eolico. Inoltre non tutti i parchi eolici possono essere realizzati nello stesso momento. Da questo punto di vista, l’obiettivo potrebbe essere raggiunto più rapidamente con una centrale nucleare”.

Riguardo alla sicurezza, anche la ricerca dell’Accademia svizzera di scienze naturali afferma che non è più un problema importante con i reattori moderni. “Hanno sistemi di protezione molto migliori”, spiega la scienziata. “Soprattutto i reattori si spengono automaticamente in caso di problemi e continuano a essere raffreddati anche in caso di interruzione totale dell’alimentazione. È stato sviluppato un livello di sicurezza aggiuntivo per far fronte a eventi estremamente rari senza l’intervento umano o un’alimentazione esterna”.

Rimangono però le scorie radioattive. “È vero, ma non esiste energia che non produca rifiuti problematici. Uno dei principali vantaggi dell’energia nucleare è la sua densità energetica eccezionalmente elevata: è necessario pochissimo combustibile e si produce solo una piccola quantità di scorie”. In totale le cinque centrali nucleari svizzere in 60 anni di attività hanno prodotto 1500 metri cubi di scorie, un volume che corrisponde a due case unifamiliari medie. “È molto poco rispetto alle quantità di sostanze chimiche altamente tossiche generate da altre industrie, che devono essere smaltite con cura. Nel caso delle centrali nucleari, i costi di smaltimento sono già inclusi nei costi dell’elettricità. Inoltre, a differenza delle sostanze radioattive, i rifiuti chimici altamente tossici non si decompongono nel tempo: anche tra un milione di anni saranno ancora tossici come oggi”, conclude Manera.

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