Catastrofi, si rischiano danni per 300 miliardi all’anno
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In un anno di picco uragani e terremoti potrebbero causare a livello globale perdite assicurate pari o superiori a 300 miliardi di dollari, l'equivalente di 250 miliardi di franchi.
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È quanto emerge da uno studio di Swiss Re Institute, centro di ricerca e analisi che fa capo a Swiss Re, una delle più grandi compagnie di riassicurazione al mondo.
Secondo la ricerca gli anni di picco, dovuti a qualche evento di pericolo primario o alla somma di eventi di pericolo sia secondario che primario, non vanno considerati un’anomalia. L’anno di questo tipo più recente è stato il 2017, con gli uragani Harvey, Irma e Maria. “Da allora il rischio è aumentato in maniera costante di pari passo con la crescita economica e demografica, nonché con l’espansione urbana anche in aree vulnerabili alle catastrofi naturali”, rilevano gli esperti. “Inoltre gli effetti dei cambiamenti climatici stanno contribuendo ad aggravare le perdite per certi rischi meteorologici e in alcune aree geografiche”.
Secondo le stime alcuni eventi che hanno colpito nel corso del XX secolo oggi causerebbero danni per oltre 100 miliardi di dollari. È il caso ad esempio dell’uragano Andrew, che nel 1992 ha generato perdite assicurate – ai prezzi odierni – per 35 miliardi di dollari: se un uragano dovesse seguire oggi lo stesso percorso provocherebbe perdite quasi tre volte superiori.
Il ciclone Katrina, il singolo evento più costoso di sempre per il settore assicurativo, non causerebbe invece la stessa distruzione di 20 anni or sono. Le perdite assicurate raggiungerebbero comunque circa 100 miliardi di dollari a causa dell’aumento dei costi delle abitazioni e dell’edilizia, ma il miglioramento delle difese contro le inondazioni e la diminuzione del 20% della popolazione locale lungo il percorso di Katrina hanno ridotto significativamente l’esposizione al rischio.
Poiché i danni causati dalle catastrofi naturali continuano ad aumentare, si sottolinea nello studio, “è fondamentale ridurre il potenziale di perdita sin dall’inizio”. Sebbene le misure di mitigazione abbiano un costo, un recente studio dello stesso Swiss Re Institute ha dimostrato che la protezione dalle inondazioni tramite dighe, argini e paratoie è fino a dieci volte più efficace in termini di costi rispetto alla ricostruzione dopo un disastro.
“Una stretta collaborazione tra il settore pubblico e quello privato è fondamentale per garantire misure di protezione efficaci in grado di ridurre le perdite”, osserva Jérôme Haegeli, capo economista del gruppo Swiss Re. “Inoltre, un settore riassicurativo ben capitalizzato, sostenuto da 500 miliardi di dollari di capitale, funge da ammortizzatore essenziale, aiutando le comunità e le economie a riprendersi più rapidamente. Ecco perché è importante che il capitale cresca di pari passo con l’aumento del rischio, affinché il settore possa continuare a svolgere il proprio ruolo nei futuri anni di picco”.
Lo Swiss Re Institute ha anche avanzato una stima delle perdite assicurate globali da catastrofi naturali per il 2025: potrebbero toccare i 145 miliardi di dollari, in linea con un trend di crescita annuale di lungo periodo del 5-7%.
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