Dopo Blatten, la politica chiede fondi d’urgenza dal bilancio federale
Prendendo spunto dagli eventi catastrofici di Blatten, una commissione parlamentare chiede di modificare le basi legali per consentire alla Confederazione di finanziare più rapidamente le misure urgenti attingendo direttamente al proprio bilancio generale.
Gli eventi catastrofici di Blatten (Vallese) hanno lasciato il segno, anche nella politica: in futuro, la Confederazione dovrebbe avere maggiori possibilità di finanziare l’adozione di misure urgenti, ricorrendo a tal fine al proprio bilancio generale.
È quanto chiede una mozione (approvata per 7 voti a 3 e una astensione) della Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati (CAPTE-S) mediante la quale si chiede al Consiglio federale di adeguare le basi legali al fine di migliorare la capacità d’azione finanziaria della Confederazione in caso di catastrofi naturali.
Esaminando in retrospettiva il distacco del ghiacciaio e la frana verificatisi a Blatten, spiega una nota diffusa venerdì dai servizi parlamentari, la CAPTE-S constata che il processo per ottenere aiuti finanziari della Confederazione è irto di ostacoli.
Attualmente la legge forestale e la legge federale sulla sistemazione dei corsi d’acqua consentono alla Confederazione di cofinanziare determinate misure urgenti e il ripristino di opere di protezione, ma le basi legali vigenti non bastano per sostenere in modo semplice e adeguato gli enti colpiti nella gestione delle conseguenze immediate. Per questo la commissione crede che sia necessaria una regolamentazione legale più esaustiva; in questo modo, in futuro si potrebbero evitare leggi speciali urgenti o il ricorso al diritto di necessità.
La commissione è dell’avviso che Comuni, Cantoni e Confederazione possano affrontare eventi naturali devastanti soltanto assieme. Sebbene gli eventi futuri non siano prevedibili, occorre tenere conto del fatto che, con il progressivo riscaldamento climatico, le catastrofi naturali diventeranno sempre più frequenti e distruttive. In futuro la Confederazione potrà così intervenire rapidamente ed efficacemente secondo norme chiare per sostenere gli enti colpiti, nel rispetto del principio di sussidiarietà.
Archiviata idea del Fondo federale
Parallelamente alla decisione della CAPTE-S, quest’ultima informa che la mozione sostituisce l’iniziativa parlamentare del “senatore” ticinese Fabio Regazzi mediante la quale il ticinese chiedeva l’istituzione di un fondo nazionale in caso di catastrofi naturali.
L’iniziativa Regazzi era stata presentata nel settembre 2024 sull’onda dell’emozione suscitata dalle devastazioni causate in estate dal maltempo in Mesolcina (Grigioni) e Vallemaggia, nonché nei cantoni Vallese e Berna. Secondo Regazzi, il fondo avrebbe dovuto essere dedicato alla gestione delle emergenze causate da catastrofi naturali, in modo da garantire le necessarie risorse per indennizzare rapidamente ed efficacemente le comunità colpite, così come accade nei Paesi confinanti.
Il consigliere federale Albert Rösti, responsabile del caso, aveva però sostenuto in un’intervista radiofonica del maggio scorso che l’aiuto finanziario federale straordinario di 36 milioni di franchi per i Cantoni toccati doveva rimanere un unicum. Secondo il ministro, l’idea del fondo federale era sbagliata. A suo parere, l’auto-aiuto nelle zone toccate dalla catastrofi dev’essere prioritario.
Rösti aveva anche evocato nel suo intervento il principio di sussidiarietà che vige fra Comuni, Cantoni e Confederazione. Quest’ultima può intervenire solo quando un Comune o un Cantone è sopraffatto dagli eventi. In casi veramente gravi, la Confederazione può allora pronunciarsi per contributi volontari alle zone devastate dal maltempo. La mozione adottata dalla commissione obbligherà, se accolta, il Governo a occuparsi nuovamente di questo dossier.
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