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La Borsa svizzera sale ai massimi dal “Liberation Day” di Trump

indice borsa
Keystone-SDA

La borsa svizzera ha toccato il suo massimo da aprile, con l'indice SMI a 12'790 punti, spinta dall'ottimismo per un accordo commerciale con Washington e la fine dello shutdown statunitense.

È un momento favorevole per la borsa svizzera: l’indice di riferimento SMI, che comprende i 20 valori principali del mercato, è salito oggi, mercoledì, a 12’790 punti.

Vale a dire il massimo dall’annuncio di un ampio pacchetto di dazi americani il 2 aprile scorso, il cosiddetto “Liberation Day” voluto dal presidente Donald Trump.

La performance del 2025 è al momento del +10,3%, ma l’indicatore è ancora del 3,1% sotto il record dell’anno, che è stato raggiunto il 3 marzo a quasi 13’200 punti (per la precisione 13’199,05 punti) e che è nel contempo il livello più alto di sempre.

I corsi delle azioni sono favoriti dalla prospettiva di un possibile accordo commerciale fra Berna e Washington, che abbasserebbe le barriere doganali, come pure dalla prevista fine dello shutdown negli Stati Uniti, il blocco delle attività governative federali non essenziali in assenza di una legge di bilancio: è infatti previsto per oggi il voto alla Camera dei rappresentati sulla base di un accordo già raggiunto al Senato.

Come si ricorderà l’SMI – Swiss Market Index – è nato ormai quasi quattro decenni or sono, il 30 giugno 1988. Allora partì con 1500 punti e nel frattempo si è quindi moltiplicato per 8,5 volte. Il punto più basso risale al 14 gennaio 1991, con 1287,60 punti.

Per fare i confronti internazionali va peraltro sottolineato che l’SMI – contrariamente ad altri indici, come il DAX tedesco – si basa solo sul corso delle azioni e non ingloba i dividendi e altri cambiamenti di capitale. Può anche essere utile rammentare che solo dal 2007 l’SMI comprende stabilmente 20 titoli: in precedenza il numero era variato fra un minimo di 18 nel 1993 e un massimo di 29 nel 2000.

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