La Banca nazionale svizzera ha chiuso il primo semestre 2025 con una perdita di 15,3 miliardi di franchi, dovuta in gran parte al calo del dollaro e alle perdite sulle posizioni in valuta estera, nonostante una plusvalenza sull’oro di 8,6 miliardi.
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Keystone-ATS
La Banca nazionale svizzera (BNS) ha accusato una perdita di 15,3 miliardi di franchi nel primo semestre del 2025. Lo comunica oggi l’istituto, precisando che a incidere sul risultato negativo sono state soprattutto le posizioni in valuta estera.
La performance deficitaria nei primi sei mesi dell’anno non è una sorpresa. Settimana scorsa, gli economisti di UBS avevano infatti pubblicato una stima secondo la quale per la BNS si profilava una perdita compresa fra 10 e 20 miliardi.
Particolarmente difficoltoso è stato il secondo trimestre: fra aprile e giugno, la BNS ha messo a referto una perdita di 22,0 miliardi. Tra gennaio e marzo invece, era stato registrato un utile di 6,7 miliardi.
Il servizio del TG 12.30 del 31 luglio 2025:
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Entrando nel dettaglio, nel primo semestre la perdita sulle posizioni in valuta estera è ammontata a 22,7 miliardi, si legge in una nota odierna, mentre quella sulle posizioni in franchi a 1,0 miliardi. D’altro canto, sulle disponibilità in oro si è osservata una plusvalenza di 8,6 miliardi.
Il peso del cambio e l’incertezza dei mercati
Il risultato della Banca nazionale dipende prevalentemente dall’andamento dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali, viene ricordato nel comunicato: pertanto esso è soggetto a forti oscillazioni che rendono difficile trarre conclusioni per l’intero esercizio.
La debolezza del dollaro rispetto al franco è la ragione principale del risultato negativo. Mentre i mercati azionari si sono rapidamente ripresi dopo il crollo della prima metà di aprile, raggiungendo in alcuni casi nuovi massimi, la valuta statunitense è rimasta fiacca.
Alla fine di marzo, prima che il presidente Donald Trump presentasse le sue decisioni in materia di dazi, un dollaro valeva poco più di 88 centesimi. A fine giugno, era sceso a 79 centesimi. Anche l’euro si è leggermente indebolito, da 0,9570 franchi a 0,9340 franchi.
La BNS ricorda infine che, stando alla legge, deve costituire accantonamenti che le consentano di mantenere le riserve monetarie al livello richiesto. Un modo per ricordare come la distribuzione dei profitti alla Confederazione e ai Cantoni non è da considerarsi garantita.
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