Aziende: “troppo alti interessi crediti Covid, governo intervenga”
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Le piccole e medie imprese (PMI) svizzere subiscono attualmente il giogo di tassi d'interesse troppo elevati sui crediti Covid, soldi che vanno a beneficio delle banche, che peraltro non sopportano alcun rischio.
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Ne sono convinte dodici associazioni padronali – di ambiti che vanno dalla costruzione al turismo, passando dal commercio – che chiedono al Consiglio federale di intervenire.
Nella primavera del 2020 la Confederazione aveva garantito per i prestiti vantaggiosi alle aziende, in un contesto di restrizioni economiche dovute alla pandemia, ricordano le organizzazioni in comunicato odierno. Ma nel marzo 2023, in seguito all’aumento del tasso guida della Banca nazionale svizzera (BNS), il Consiglio federale ha portato i tassi di interesse inizialmente fissati allo 0% e allo 0,5% (a seconda della somma, più o meno di 500’000 franchi) rispettivamente all’1,5% e al 2%. Nel frattempo però l’indicatore della BNS è di nuovo sceso.
“Al momento le banche stanno approfittando della situazione: si procurano denaro a basso costo dalla Banca nazionale e applicano tassi d’interesse eccessivamente elevati sui prestiti Covid in corso”, argomentano la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC), Gastrosuisse, Hotelleriesuisse, CafetierSuisse, la Federazione dei centri fitness e di salute (FSCFS), come pure altre sette associazioni di categoria.
I crediti in questione hanno normalmente una durata massima di otto anni, oppure di dieci anni nei cosiddetti casi di rigore. “Le aziende rimborseranno i prestiti se verrà concesso loro del tempo”, afferma il presidente di FSCFS Claude Ammann, citato nella nota. “Non devono essere messe sotto pressione da tassi di interesse elevati. Al contrario: un elevato onere per gli interessi mette a rischio i rimborsi, perché ostacola le imprese dal punto di vista finanziario”.
Il tasso guida – proseguono le organizzazioni – è destinato a scendere ulteriormente nel prossimo futuro e la BNS non esclude nemmeno un ritorno agli interessi negativi. “Per questo motivo un leggero adeguamento non è sufficiente”, proseguono i rappresentanti della PMI. “I settori economici più colpiti (ristoranti, alberghi, palazzetti dello sport, eventi, pulizia, lavorazione del legno, edilizia e commercio in generale) chiedono quindi al Consiglio federale di abolire completamente, a partire dal 31 marzo, gli interessi sui prestiti Covid inferiori a 500’000 franchi e di ridurre allo 0,5% quelli per gli importi oltre i 500’000 franchi”.
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