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AT1 di Credit Suisse: “Totale dilettantismo del Consiglio federale”

consiglio federale nel 2023, nel momento dell'annuncio del fallimento di Credit Suisse
Il Consiglio federale ha annunciato il 19 marzo 2023 il fallimento di Credit Suisse. Keystone-SDA

La sentenza del Tribunale amministrativo federale sul caso Credit Suisse evidenzia, secondo l’avvocato Carlo Lombardini, le lacune nella gestione della crisi da parte del Consiglio federale e potrebbe aprire la strada a un risarcimento per i detentori di obbligazioni AT1.

La decisione del Tribunale amministrativo federale (TAF) su Credit Suisse (CS) mette in luce l’atteggiamento dilettantistico del Consiglio federale. Lo sostiene Carlo Lombardini, avvocato che ha presentato il ricorso di 140 creditori obbligazionari contro la decisione della FINMA di azzerare il valore delle obbligazioni AT1 della banca, nell’ambito dell’acquisizione da parte del concorrente UBS.

“È una vittoria di tappa”, si rallegra in dichiarazioni riportate da L’Agefi online il professore all’università di Ginevra autore dell’esposto per conto di 140 creditori obbligazionari, tra i circa 3’000 ricorrenti che hanno avviato procedimenti contro la misura annunciata il 19 marzo 2023.

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Il TAF revoca la decisione della FINMA sulle obbligazioni AT1

Questo contenuto è stato pubblicato al Il Tribunale amministrativo federale annulla la svalutazione delle obbligazioni AT1 (Additional Tier 1) di Credit Suisse nell’ambito dell’acquisizione dell’istituto da parte di UBS.

Di più Il TAF revoca la decisione della FINMA sulle obbligazioni AT1

Agli occhi dell’esperto la sentenza emessa ieri a metà giornata “sottolinea che i creditori devono effettivamente avere la precedenza sugli azionisti e che quindi si è verificata un’espropriazione”. Come si ricorderà l’Autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari aveva cancellato il valore delle obbligazioni AT1, per un importo di circa 16 miliardi di franchi, mentre gli azionisti avevano da parte loro ricevuto i 3 miliardi di franchi sborsati da UBS per l’acquisto di CS, cioè 0,76 franchi per azione.

“Concretamente, se questa decisione verrà confermata sarà UBS, a seguito dell’acquisizione di Credit Suisse, a diventare debitrice dei prestiti AT1”, spiega al periodico finanziario romando il socio dello studio legale Poncet Turrettini. A suo avviso ciò vale “in ogni caso per i detentori di obbligazioni che hanno presentato ricorso, e forse anche per gli altri”.

Secondo il giurista ginevrino “questo caso evidenzia il totale dilettantismo del Consiglio federale, che ha creduto di poter gestire la questione senza avvalersi della consulenza di una banca d’affari”. Sia la FINMA che UBS possono presentare ricorso contro la sentenza del TAF. “È improbabile che l’autorità di vigilanza finanziaria si muova da sola in tal caso”, conclude.

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