L’aeroporto di Lugano, un’agonia senza fine
La società pubblica che gestisce lo scalo ticinese viene posta in liquidazione controllata.
Non sembra esserci più futuro per l’aeroporto di Lugano-Agno. Lo scalo ticinese, che si dibatteva ormai da anni in una pesante crisi finanziaria e operativa – soprattutto dopo la cancellazione nel settembre 2019 dell’ultimo volo di linea Lugano-Zurigo – ha ricevuto il definitivo colpo di grazia dall’emergenza coronavirus che sta mettendo in gravi difficoltà l’intero settore dell’aviazione civile mondiale.
La società che gestisce lo scalo (Lugano Airport SA), di proprietà dell’ente pubblico (Cantone e Città di Lugano) rinuncia infatti, visto l’attuale contesto congiunturale, ai previsti progetti di rilancio e sarà posta in liquidazione ordinata.
Il servizio del Quotidiano.
Una decisione che a questo punto rende superflua la chiamata alle urne dei cittadini che avrebbero dovuto esprimersi sugli interventi di ricapitalizzazione che erano stati decisi dalle autorità locali (Comune e Cantone).
“La situazione è diventata drammatica e di fronte a questa situazione di emergenza il cda ha ritenuto che non sarebbe stato responsabile andare a chiedere prestiti, sapendo che non si sarebbero potuti rimborsare”, ha detto in conferenza stampa giovedì il vicepresidente della società (ed ex senatore a Berna) Filippo Lombardi.
A questo punto resta solo la tenue speranza che l’aeroporto venga rilevato da privati. Ma l’attuale situazione economica e la concorrenza degli scali vicini (tra cui Malpensa, Linate e Bergamo) e della ferrovia rendono assai difficile anche questa ultima opzione.
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