Attribuito il Gran Premio svizzero d’arte/Prix Meret Oppenheim 2025
La premiazione si terrà in presenza della consigliera federale Elizabeth Baume-Schneider.
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In una nota diffusa giovedì l'Ufficio federale della cultura ha fatto sapere che il premio sarà attribuito il prossimo 16 giugno al fonditore d'arte Felix Lehner, all'artista multidisciplinare Pamela Ronsenkranz e all'architetto Miroslav Šik.
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Il Gran Premio svizzero d’arte/Prix Meret Oppenheim 2025 viene attribuito al fonditore d’arte Felix Lehner, all’artista multidisciplinare Pamela Ronsenkranz e all’architetto Miroslav Šik.
La premiazione si terrà alla mostra degli Swiss Art Awards a Basilea il 16 giugno, durante la fiera Art Basel, in presenza della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, indica in una nota odierna l’Ufficio federale della cultura (UFC).
Fonditore d’arte
L’artista sangallese Felix Lehner apre la sua prima fonderia nel 1982, a soli 22 anni. Una decina d’anni dopo, la fabbrica viene spostata nell’edificio dell’ex tintoria della valle della Sitter.
Oggi, la Fonderia d’arte di San Gallo impiega oltre 80 specialisti di svariati mestieri d’arte. Dalla sua creazione, questa fonderia è divenuta un fulcro della scena artistica svizzera, collaborando con artisti internazionalmente noti nonché con gallerie e musei di tutto il mondo.
Nel 2006, Lehner, oggi 65enne, ha cofondato la Fondazione Sitterwerk a San Gallo, un centro pubblico dedicato all’arte e alla sua produzione. Esso comprende una biblioteca scientifica, un archivio di materiali nonché atelier di residenza. Un settore della fonderia che conta quindici persone è stato stabilito a Shanghai nel 2012.
Natura idealizzata
Il lavoro multidisciplinare di Pamela Rosenkranz, un’artista di 46 anni originaria del Canton Uri, ingloba essenzialmente installazione, scultura, ready-made (prefabbricato) e pittura. È nota per il suo utilizzo di materiali sintetici che riproducono una natura idealizzata.
Nel 2015, Rosenkranz rappresenta la Svizzera alla 56esima Biennale d’arte di Venezia con l’installazione multisensoriale “Our Product” nella quale un liquido viscoso di colore chiaro e profumato riempie il Padiglione svizzero. Nel 2023, svela un’importante scultura pubblica, “Old Tree”, una forma rosa e rossa che evoca la struttura di un organo, nel parco della High Line di New York.
Le sue opere sono presenti nelle collezioni del Centro Georges Pompidou di Parigi e del MoMa di New York. A maggio di quest’anno, un’esposizione monografica le verrà dedicata allo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Architettura analogica
L’architetto di origine ceca Miroslav Šik, ha insegnato al Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) nel corso di 60 semestri, una durata eccezionale. Il 72enne Šik è una delle figure maggiori della cosiddetta “architettura analogica”.
Tale approccio combina, attraverso rappresentazioni realiste dell’architettura (disegni al carboncino) modelli esistenti e elementi estranei, rigettando al contempo il postmodernismo e i classici moderni. Teorizzato negli anni 1980, questo movimento ha profondamente segnato l’architettura elvetica e influenzato le sue figure più eminenti.
Le sue opere “altneu” (nuovo vecchio) hanno in comune l’accettazione incondizionata di ciò che esiste. I suoi edifici, come l’Hôtel de la Longeraie di Morges, la casa Bürgerhuus di Haldenstein (canton Grigioni) o il centro parrocchiale St. Antonio di Egg (canton Zurigo), si integrano al loro contesto senza stravaganza, unendo il nuovo al vecchio.
Una pubblicazione con interviste inedite e tre film permetteranno di conoscere meglio i laureati.
L’onorificenza – attribuita dall’UFC su raccomandazione della Commissione federale d’arte – premia dal 2001 personalità di spicco del mondo dell’arte, della mediazione artistica, dell’architettura, della ricerca o della critica. Ciascuno dei vincitori riceverà 40’000 franchi.
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