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Svizzera, aiuto sociale “a malapena sufficiente”

In alcuni cantoni in Svizzera è in discussione la riduzione del forfait destinato a chi riceve l'aiuto sociale, già inferiore a quanto stimato necessario per coprire le spese di base. Un'evoluzione che preoccupa la Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale (Cosas), secondo cui per una diminuzione non ci sono i margini di manovra.

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Il forfait per il mantenimento attribuito alle persone in assistenza sociale è già inferiore alle spese per i bisogni vitali e nuove riduzioni comprometterebbero la copertura del minimo esistenziale. 

È questa la posizione della Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (Cosas)Collegamento esterno, che ha divulgato martedì i risultati di un’analisi sull’argomento. In particolare, sono temuti gli effetti delle diminuzioni in discussione in alcuni cantoni, come Berna, dove si voterà sul tema il prossimo maggio. 

Secondo l’associazione, le decisioni politiche in favore di un abbassamento del forfait di mantenimento, che oggi è in gran parte armonizzato a livello nazionale, sono state prese senza un’analisi professionale né un esame delle ripercussioni sulle persone interessate.

L’aiuto socialeCollegamento esterno in Svizzera è fondato sul principio del bisogno ed è volto a garantire in ogni caso il minimo esistenziale. Entra in gioco soprattutto per sostenere persone la cui situazione sfugge alla copertura delle assicurazioni sociali (come l’assicurazione invalidità o l’assicurazione vecchiaia e superstiti Avs). 

fonte: admin.ch

L’attuale forfait ammonta a 986 franchi per una persona sola, si legge in un comunicato della Cosas. È inferiore alle spese di base – 1’082 franchi – stabilite statisticamente per le economie domestiche svizzere con il reddito più basso.

La Cosas, che elabora insieme ai Cantoni le norme per determinare tale forfait, ha fatto esaminare le conseguenze di eventuali tagli dal BASS, un ufficio specializzato in studi della politica del lavoro e sociale. L’indagine conclude che i 986 franchi mensili stanziati al momento – che diventano 1’509 per una famiglia di due persone e 1’834 per una di tre – sono a malapena sufficienti.

Le diminuzioni ventilate in diversi Cantoni renderebbero dunque ancora più difficoltosa la copertura dei costi di consumo quotidiani da parte delle persone povere, che si troverebbero con l’acqua alla gola. La revisione adottata dal parlamento bernese prevede risparmi tra l’8 e il 30%. 

Nel canton Argovia, il legislativo ha accettato due postulati che contemplano tagli del 30%, la stessa percentuale a cui si accenna in una mozione approvata dai parlamentari di Basilea Campagna. 

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Salvadanaio con croce svizzera.

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“Le prime vittime sarebbero i bambini, che rappresentano il 30% dei beneficiari dell’aiuto sociale”, rileva Therese Frösch, co-presidente della Cosas. “Equilibrare le prestazioni sociali è nell’interesse dei Cantoni: ciò impedisce che i problemi si trasferiscano da uno all’altro”, fa notare da parte sua la consigliera di Stato vallesana Esther Waeber-Kalbermatten.

Lo studio evidenzia inoltre che i costi dei trasporti pubblici sono stati nettamente sottovalutati. Un altro fattore che, lamenta l’associazione, mostra come non vi siano assolutamente margini di manovra per ulteriori risparmi.

Caritas: “Bisogna aumentare, non diminuire”

Dopo la pubblicazione dell’indagine anche Caritas si è unita al grido d’allarme. Il fabbisogno di base attuale, ancorato nelle direttive Cosas, è già troppo basso per garantire il minimo esistenziale: i Cantoni devono rinunciare a introdurre nuove misure che sfavoriscono le persone indigenti, scrive in una nota odierna l’organizzazione.

Caritas, che definisce i risultati dello studio “allarmanti”, esorta al contrario la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS) ad aumentare l’aiuto sociale e a investire maggiormente nell’accompagnamento e nella formazione dei beneficiari delle prestazioni. I 986 franchi versati non sono abbastanza per coprire le necessità quotidiane a lungo termine, né offrono alcun potenziale di risparmio.

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