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La teoria del "complotto giudaico" sta tornando in auge

Nel 2007 una sinagoga a Ginevra è stata incendiata. Denis Balibouse / Reuters

Nel 2018 l'antisemitismo è cresciuto nella Svizzera francofona ed è avvertito anche nella parte germanofona del paese. La retorica nazionalsocialista di un "complotto giudaico internazionale" si sta nuovamente espandendo. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 21 marzo 2019 - 14:30

Nel 2018, la Federazione svizzera delle comunità israeliteLink esterno (Fsci) ha registrato 42 casi di antisemitismo nella Svizzera tedesca, senza contare gli incidenti online. Nella Svizzera francese il Cicad (Coordination Intercommmunautaire contre l'antisémitisme et la DiffamationLink esterno) ha conteggiato 174 episodi di odio nei confronti della comunità ebraica nello stesso periodo. Il 64% di questi ultimi ha avuto luogo sui social network.

Il ritorno del "complotto ebraico"

Nel rapporto sull'antisemitismo nella Svizzera tedesca pubblicato giovedì, la Fsci descrive alcuni degli episodi più gravi che sono avvenuti in questa regione del paese. 

  • A Zurigo, un uomo armato di coltello ha inseguito un gruppo di ebrei ortodossi urlando slogan antisemiti. Un passante è riuscito a bloccarlo. 
  • Delle svastiche sono state disegnate sul muro di una casa di riposo ebraica.
  • Una coppia di zurighesi, tornando a casa dalle vacanze, ha trovato la scritta "un ebreo vive qui" sulla porta del garage. 

Nella Svizzera germanofona, il numero di episodi di antisemitismo è rimasto stabile negli ultimi anni. Tuttavia, una cosa è evidente: gli ambienti nazionalsocialisti stanno rispolverando la vecchia favola del "complotto giudaico internazionale". Le teorie cospirazioniste sugli ebrei sono in espansione, si legge nel rapporto, specialmente sui social network.

Molti utenti pubblicano sul web dichiarazioni con il proprio nome e un'immagine di profilo facilmente riconoscibile. Ciò mostra chiaramente quanto l'antisemitismo sia tornato ad essere socialmente accettabile oggi. 

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Più casi nella Svizzera francese

Dopo tre anni di stabilità, l'antisemitismo è di nuovo in crescita nel 2018 nella parte francofona del paese. 

In Svizzera vivono circa 18'000 persone di fede ebraica, la maggior parte della quali sono di nazionalità elvetica.

I centri più importanti della vita religiosa ebraica sono le città di Basilea, Berna, Ginevra, Losanna e Zurigo.

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L'incidente probabilmente più grave è quello avvenuto sul treno tra Friburgo e Losanna. Un palestinese residente illegalmente in Svizzera ha colpito un ebreo, gli ha strappato la kippah dalla testa, gli ha rotto gli occhiali e rubato l'orologio. 

La Cicad esprime preoccupazione per l'aumento dei casi descritto nel rapporto. Tuttavia, sottolinea come "nonostante due casi gravi, l'antisemitismo è fortunatamente meno violento in Svizzera rispetto ad altri paesi europei". 

Una situazione sottolineata anche dalla Fsci. "È chiaro che la situazione in Svizzera è molto differente rispetto, ad esempio, a Germania o Francia. Qui l'antisemitismo è meno violento". Questa differenza però non concerne i media sociali dove il livello di violenza verbale è paragonabile agli altri paesi.

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