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Francia, condannato a 15 anni jihadista svizzero

Vista di traverso di palazzo completamente in acciaio con finestre alte e strette
L'imputato è stato arrestato nel 2017 in una operazione anti-terrorismo franco-svizzera. RSI-SWI

La Corte d'assise speciale di Parigi ha condannato venerdì a 15 anni di carcere un 31enne residente nel canton Vaud accusato di terrorismo. L'uomo, svizzero e bosniaco, è stato riconosciuto colpevole in particolare d'aver reclutato, attraverso un servizio di messaggistica criptata, un gruppo di uomini che intendeva prepararsi a commettere attacchi in Francia e in Svizzera.

Il tribunale ha inoltre imposto all’imputato, domiciliato a Yverdon-les-Bains, un divieto di entrata a vita in territorio francese. Altri sei imputati sono stati condannati a pene comprese tra i tre anni e mezzo e i dodici anni di reclusione. La sentenza è in linea con le richieste dell’accusa.

Per la corte, il 31enne ha creato un’associazione criminale con l’obiettivo non solo di attuare attentati, ma anche preparare partenze per la Siria e diffondere propaganda jihadista. In altre parole, un incubatore di progetti terroristici e non solo un luogo di discussione, come ha invano sostenuto la difesa. Quest’ultima ha insistito che le dichiarazioni dell’imputato erano sì molto violente, ma che egli non ha mai avuto l’intenzione di passare dalle parole ai fatti.

L’uomo era stato arrestato nel 2017 mentre si recava in Francia durante un’operazione antiterrorismo franco-svizzera di cui ha riferito la radiotelevisione svizzero-francese RTS. Altre sei persone erano state fermate nella regione di Parigi e nel Dipartimento delle Alpi marittime.  

Per mesi, nella chat criptata, i radicalizzati hanno discusso di attacchi terroristici e di come realizzarli. Lo svizzero vi ha espresso le sue riflessioni su modalità e obiettivi, ha assegnato ruoli per portare a termine gli attacchi e si è offerto di fornire armi. Secondo l’accusa, allo contempo, ha anche imparato a sparare e testare esplosivi ed è stato violento con la moglie e i vicini.

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Davanti al tribunale, l’uomo ha espresso il suo rammarico e chiesto ai giudici di “dargli una possibilità”. In Svizzera, è sotto inchiesta federale per reati simili.

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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 15.01.2021)

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