Analisti sempre meno fiduciosi sul futuro dell’economia svizzera
Propettive poco rosee.
Keystone-SDA
Gli analisti finanziari sono sempre meno fiduciosi riguardo al futuro dell'economia svizzera: è l'indicazione che emerge dall'indice sulle prospettive economiche calcolato da UBS e da CFA Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra esperte ed esperti.
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L’indicatore principale – emerge dalle informazioni diffuse giovedì – si è attestato in settembre a -8,8 punti, ossia 5,4 punti in meno di agosto, quando era scivolato in territorio negativo per la prima volta da gennaio. Si è di fronte al quarto arretramento consecutivo e al valore più basso dallo stesso mese di gennaio, che aveva segnato -19,5. “Il calo riflette il crescente pessimismo”, commentano gli specialisti e le specialiste di UBS.
Andando nei dettagli, il 29,4% degli interrogati in settembre pronostica un miglioramento della situazione congiunturale nei prossimi sei mesi, il 38,2% un peggioramento, mentre il 32,4% è convinto che non vi saranno cambiamenti (valori che determinano poi l’indice complessivo: 29,4 meno 38,2 = -8,8). Rispetto ad agosto sono aumentati sia gli ottimisti (+6,1 punti) che – in misura maggiore – i pessimisti (+11,5 punti), mentre sono diminuiti coloro che puntano sullo status quo (-17,6 punti).
Il calo della fiducia per il futuro elvetico si accompagna a un’analisi analoga per l’Eurozona (calo di 18,4 punti a -11,8). Anche gli Stati Uniti arretrano (di 15,3 punti a -35,3), ma a subile la flessione maggiore è la Cina (-35,1 punti a -21,8). Peggiorato, nel confronto mensile, è anche il giudizio sulla situazione congiunturale elvetica attuale, con un indice che scende di 13,3 punti a 0,0.
Sempre importanti sono i segnali riguardo al rincaro: l’inflazione in Svizzera è vista in aumento solo dal 5,9% del campione, mentre il 44,1% si aspetta un calo e il 50,0% stabilità. I tassi d’interesse sono attesi in contrazione nel corto termine (75,8%), mentre sul lungo periodo la quota più consistente (47,1%) punta sull’assenza di variazioni.
Il 50,0% degli interrogati (+3,3 punti rispetto ad agosto) prevede inoltre un incremento dell’indice di borsa elvetico SMI nei prossimi sei mesi, il 26,5% punta su valori stabili e il 23,5% su una contrazione. Sul fronte valutario, il 55,9% si aspetta un rafforzamento del franco rispetto all’euro, l’11,8% un indebolimento e il 32,4% ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso. Riguardo alla disoccupazione il 48,5% vede una crescita dei senza lavoro, un analogo 48,5% una stagnazione e il 3,0% un calo.
Al sondaggio, effettuato fra il 12 e il 19 settembre, hanno partecipato 34 analisti e analiste della comunità finanziaria elvetica. L’inchiesta in questione viene realizzata dal gennaio 2017: fino all’agosto 2023 partner di CFA – un’associazione di professionisti dell’investimento che ha radici americane – era Credit Suisse, ora è UBS, banca che ha rilevato il concorrente.
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