Analisti: “La BNS potrebbe aver terminato il ciclo di ribassi dei tassi”

Con la sua decisione annunciata giovedì di tagliare il tasso guida dallo 0,50% allo 0,25% la Banca nazionale svizzera (BNS) potrebbe essere il primo, fra i grandi istituti centrali, ad aver terminato il ciclo di ribassi del costo del denaro.
Secondo diversi analisti, la decisione della BNS – comunicata giovedì – di effettuare un nuovo taglio del tasso guida, sceso allo 0,25% potrebbe essere l’ultima in questo senso. Qui di seguito i commenti degli esperti agli orientamenti espressi dalla banca.
Alexander Koch – RAIFFEISEN
In un contesto di elevata incertezza, la BNS continua a vedere un aumento dei rischi al ribasso, in particolare per la bassa inflazione. Per questo motivo ha deciso di non aspettare, ma di utilizzare il margine di manovra rimanente e di ridurre nuovamente il tasso di riferimento. In questo modo, vuole garantire che l’inflazione rimanga all’interno della fascia obiettivo nel medio termine. Un altro taglio a zero quest’anno rimane una possibilità concreta, soprattutto se la politica commerciale degli Stati Uniti dovesse frenare ulteriormente le prospettive di crescita e la Banca centrale europea (BCE) dovesse quindi ridurre i tassi più di quanto attualmente previsto dai mercati.
Philipp Merkt – POSTFINANCE
L’abbassamento del tasso guida è una reazione all’incertezza del contesto economico e finanziario internazionale. Con l’allentamento la BNS si assume anche un certo rischio: il margine di manovra residuo in tempi di crisi si riduce sempre di più. Questo nonostante la domanda interna si sia stabilizzata e la congiuntura elvetica abbia probabilmente già toccato il fondo.
Claude Maurer – BAK ECONOMICS
Sorpresa per la mossa della BNS, perché l’inflazione si è effettivamente sviluppata in linea con le aspettative dopo il brusco taglio nel dicembre 2024 e il franco si è addirittura indebolito. La forte medicina somministrata sembrava funzionare: il fatto che la BNS stia ora aumentando nuovamente la dose di farmaco è probabilmente dovuto alle incertezze della politica economica statunitense e al fatto che l’istituto non vuole discostarsi dal suo ritmo di decisione trimestrale sui tassi. Se la Svizzera e l’Europa dovessero subire pressioni di politica economica nei prossimi mesi, almeno le condizioni di politica monetaria sarebbero già più espansive, il che attenuerebbe l’impatto negativo della guerra commerciale. In questo senso si è trattato di una manovra precauzionale.
Thomas Gitzel- VP BANK
La decisione odierna non è stata certo facile. La pressione ad agire si è attenuata con la recente svalutazione del franco. Un’analisi più attenta rivela che l’inflazione si è indebolita solo leggermente. Se si esclude dal rincaro l’andamento degli affitti ogni aumento dei prezzi si è arrestato e anche i prodotti importati sono diventati significativamente più economici rispetto all’anno precedente. Se le tendenze disinflazionistiche dovessero persistere in giugno potrebbe esserci un’ulteriore riduzione dei tassi. Il presidente della BNS Martin Schlegel ha già chiarito cosa potrebbe succedere: i tassi di interesse negativi non sono uno strumento che le autorità monetarie amano utilizzare, ma in caso di necessità si andrà sotto lo zero.
Arthur Jurus – ODDO
La disinflazione in Svizzera è proseguita di recente e, escludendo gli affitti, l’inflazione è attualmente pari a -0,3%. La BNS è stata quindi costretta ad abbassare il tasso guida, ma non di 50 punti base. In primo luogo, è probabile che il rincaro rimanga positivo quest’anno: l’offerta e la domanda di appartamenti in affitto continueranno a far crescere le pigioni al di sopra del 3% per il resto dell’anno; in secondo luogo, il rischio di un aumento dell’inflazione dovuto alle incertezze commerciali globali (in particolare l’apprezzamento delle valute estere) giustifica un approccio graduale ai tagli dei tassi da parte della BNS. Prevediamo un tasso di interesse dello 0% entro la fine del 2025. I tassi negativi sono un’opzione per il 2026, poiché l’economia elvetica è strutturalmente deflazionistica, con una crescita della produttività superiore agli aumenti salariali.
Karsten Junius – SAFRA SARASIN
Prevediamo che i tassi d’interesse di riferimento rimarranno costanti e che il franco svizzero si apprezzerà leggermente, con l’euro a 0,92 franchi entro la fine del 2025. Ciò significa che la BNS non solo è stata la prima grande banca centrale a iniziare a tagliare i tassi d’interesse in questo ciclo, ma con la mossa odierna è anche probabile che sia la prima a completare i tagli. La revisione al rialzo della previsione di inflazione per il 2027 indica che un’ulteriore riduzione dei tassi non è assolutamente necessaria.
Philipp Burckhardt – LOMBARD ODIER
Il tasso di interesse di riferimento è attualmente al di sotto della neutralità, quindi sta avendo di nuovo un effetto leggermente espansivo. Ciò è coerente con gli indicatori dell’inflazione, che sono tornati a salire negli ultimi mesi, mentre il franco si è indebolito in termini reali. Secondo la nostra valutazione la BNS ora aspetterà e vedrà: da un lato, se gli sforzi politici in Europa stimoleranno la domanda in modo sufficientemente forte nel breve termine da avere un effetto positivo anche in Svizzera; oppure, dall’altro lato, se l’infiammarsi della controversia doganale porterà a un calo della domanda più marcato del previsto. Riteniamo che la BNS abbia ormai raggiunto il suo obiettivo in termini di politica dei tassi d’interesse e pensiamo che, se necessario, sarà ancora una volta più propensa a intervenire sul mercato attraverso interventi valutari, dato che la soglia per applicare tassi d’interesse negativi sarà probabilmente relativamente alta.
Valentino Guggia – BANCA MIGROS
Nel nostro scenario di base, non prevediamo ulteriori tagli dei tassi d’interesse nel corso dell’anno. La stabilità dei prezzi rimane garantita e gli sviluppi all’estero tendono a favorire l’aumento dei prezzi, che si ripercuoterà anche sulla Svizzera attraverso l’aumento dei prezzi delle importazioni. Il pericolo di deflazione sembra quindi scongiurato. Per quanto riguarda gli stimoli all’economia, la gamma di strumenti a disposizione della BNS è limitata: gran parte delle sue munizioni sono già state sparate e la politica monetaria è in territorio espansivo. Al livello attuale, un’ulteriore riduzione allo 0% difficilmente porterebbe a risultati a breve termine.
Nadia Gharbi – PICTET
La decisione di non fare una pausa nel ciclo dei ribassi riflette probabilmente l’aumento dell’incertezza geopolitica e commerciale, che potrebbe esercitare pressioni al rialzo sulla valuta e, di conseguenza, al ribasso sull’inflazione. Non sono state apportate modifiche significative alle prospettive economiche della BNS, con solo aggiustamenti marginali delle previsioni sull’inflazione.
Jenny Voigtländer – DEUTSCHE BANK
Le prospettive sono molto più incerte con gli annunci sulla politica commerciale degli Stati Uniti previsti per l’inizio di aprile. Alla luce di questi rischi, non sorprende che la BNS abbia allentato la politica oggi per offrire maggiore sostegno all’economia elvetica. La prossima riunione di giugno, quando ci sarà maggiore chiarezza sulla politica commerciale statunitense, sarà importante per valutare la funzione di reazione della BNS in relazione alla politica dei dazi degli Stati Uniti.
GianLuigi Mandruzzato – EFG
La decisione di tagliare i tassi riflette principalmente l’accresciuta incertezza sulle prospettive economiche e le potenziali conseguenze negative sull’inflazione elvetica nel medio termine. Il tono della dichiarazione della BNS suggerisce che la banca adotterà un approccio dipendente dai dati per decidere la politica nelle prossime riunioni, lasciando sul tavolo l’opzione di ulteriori tagli dei tassi. Se però l’inflazione dovesse evolvere come previsto in un futuro non troppo lontano potrebbe emergere il problema di una politica troppo morbida da parte della BNS.
Adrian Prettejohn – CAPITAL ECONOMICS
La Banca nazionale è stata come al solito molto cauta nella sua dichiarazione di politica monetaria di oggi, fornendo poche indicazioni sulla prossima direzione della politica monetaria. Riteniamo però che il taglio odierno sia stato probabilmente l’ultimo del ciclo.
Daniel Hartmann – BANTLEON
A nostro avviso la probabilità di un altro taglio dei tassi d’interesse è diminuita dopo questa mossa. Nel nostro scenario di base ipotizziamo quindi che la BNS non allenti ulteriormente la politica monetaria, ma che la fine del ciclo di riduzione dei tassi sia stata raggiunta. La BNS si dimostrerebbe così ancora una volta un pioniere tra le banche centrali.
Katja Müller – LBBW
In considerazione del livello del tasso guida ormai raggiunto è probabile che la BNS attenda e faccia una pausa più lunga. La previsione condizionata di inflazione è stata solo marginalmente corretta al rialzo. La recente forza dell’euro sarà certamente utile alla BNS. Prevediamo che quest’anno i tassi d’interesse di riferimento rimarranno invariati.

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