Gli svizzeri hanno voluto preservare i bilaterali
Il timore che potessero cadere gli accordi bilaterali con l'Unione Europea, e che la Svizzera perdesse così l'accesso al suo principale mercato di vendita in tempi di crisi economica, sono gli argomenti che hanno convinto gli svizzeri a respingere l'iniziativa dell'UDC contro la libera circolazione delle persone. È quanto emerge da un sondaggio effettuato online dalla Radiotelevisione svizzera SSR.
Il rilevamento, cui hanno partecipato quasi 10’300 persone di tutte le regioni linguistiche elvetiche, è stato lanciato durante il weekend nel quale la proposta di modifica costituzionale è stata respinta alle urne dalla maggioranza dei votanti e nella maggior parte dei cantoni. I risultati dell’indagine sono stati elaborati per conto della SSR dall’Istituto di ricerca gfs.bern.
La maggioranza di chi ha votato ‘no’ non ha voluto porre fine alla via bilaterale nei rapporti con l’UE non solo per le ripercussioni economiche, ma anche per paura che l’istruzione e la ricerca svizzere potessero essere declassate sul piano internazionale.
Nel campo dei favorevoli all’iniziativa popolare, invece, a fare breccia è stata soprattutto l’idea di poter riprendere il controllo dell’immigrazione, ma pure la volontà di lanciare un chiaro segnale all’UE contro l’accordo quadro istituzionale col quale Bruxelles intende regolare i futuri rapporti con Berna. Segnale che non c’è stato.
L’appoggio alla via bilaterale non si traduce però in un netto consenso all’accordo quadro. Per quanto i favorevoli paiano essere al momento la maggioranza, la fetta degli indecisi è ampia.
Ultima nota sul fronte delle motivazioni, dal sondaggio emerge che il coronavirus ha influito poco sulle intenzioni di voto: quasi nove elettori su dieci hanno mantenuto il proprio parere sul testo in votazione a prescindere dalla crisi sanitaria.
Mentre sul piano dell’orientamento politico, l’appoggio all’iniziativa da parte dei sostenitori dell’Unione democratica di centro -UDC, destra conservatrice, promotrice dell’iniziativa- è stato pressoché unanime (95%). Fra gli elettori di sinistra è prevalso nettamente il ‘no’ (94%). Fra quelli di centro e centro-destra il ‘sì’ ha sfiorato il quarto dei voti espressi.
È stato rilevato infine che il ‘no’ alla fine della libera circolazione non è stato dettato soltanto da timori. La maggioranza degli interpellati ritiene infatti che gli accordi bilaterali con l’Unione Europea procurino alla Svizzera (solo, o tendenzialmente) dei vantaggi.
tvsvizzera.it/ri con RSI (News e TG del 28.09.2020)
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.