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Aiuto sociale, aumentano le persone beneficiarie con problemi psichici

Nicolas Galladé, municipale di Winterthur (canton Zurigo) e presidente dell'Iniziativa delle città per la politica sociale
Nicolas Galladé, municipale di Winterthur (canton Zurigo) e presidente dell'Iniziativa delle città per la politica sociale. Keystone-SDA

Nelle città svizzere sempre più persone che beneficiano dell'aiuto sociale soffrono di problemi psichici. Dei 14 centri urbani presi in esame, 13 hanno rilevato un aumento di questi casi negli ultimi cinque anni.

“Partiamo dal presupposto che circa la metà dei nostri assistiti abbia problemi di salute mentale”, spiega Nicolas Galladé, municipale di Winterthur (canton Zurigo) e presidente dell’Iniziativa delle città per la politica sociale, che martedì ha pubblicato un rapporto sull’argomento.

Le 14 città partecipanti – ossia Basilea, Berna, Bienne (canton Berna), Coira, Losanna, Lucerna, San Gallo, Sciaffusa, Schlieren (canton Zurigo), Uster (canton Zurigo), Wädenswil (canton Zurigo), Winterthur (canton Zurigo), Zugo e Zurigo – hanno stimato che un quarto dei loro assistiti ha problemi psichici che influiscono significativamente sulla loro vita quotidiana. Queste 14 città rappresentano circa un quarto dei beneficiari dell’aiuto sociale del Paese.

Troppo poco tempo per i casi complessi

Nella maggior parte delle città non ci sono sufficienti opportunità di valutazione e terapia rapida, soprattutto per i bambini e i giovani, sottolinea il rapporto. In molti luoghi mancano anche procedure sistematiche e tempo per affrontare i casi complessi e coordinare la cooperazione tra promozione dell’alloggio, curatela e sistema sanitario, ad esempio.

“L’aiuto sociale non può colmare le lacune del sistema sanitario”, osserva Galladé, “ma può concentrarsi maggiormente sul tema della salute mentale e dare il suo contributo per una migliore collaborazione con il sistema di sostegno nel suo complesso”.

Meno persone in assistenza

I tassi di assistenza sociale nel 2023 hanno raggiunto il livello più basso da molto tempo a questa parte: in dodici delle 14 città sono stati inferiori a quelli del 2019 e in undici addirittura a quelli di dieci anni fa. Rispetto all’anno precedente, anche il numero di beneficiari è diminuito quasi ovunque, in media del 4,3%.

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Il tasso di aiuto sociale misura la percentuale di persone che ricevono l’assistenza rispetto al totale della popolazione residente.

Secondo le città, questa tendenza è dovuta in particolare a un mercato del lavoro fiorente. Quasi tutti i settori sono alla ricerca di personale. Il tasso di disoccupazione è diminuito in tutte le città negli ultimi tre anni. “Chiunque sia in grado di lavorare trova un impiego abbastanza rapidamente”, scrivono.

Più colpite le famiglie monoparentali

Le città vedono nei loro servizi sociali un’altra ragione di questa tendenza positiva. Questi offrono un importante supporto socio-professionale per aiutare le persone a recuperare la propria indipendenza economica. I loro servizi comprendono programmi di reinserimento professionale, stabilizzazione in situazioni di crisi e supporto nella richiesta di prestazioni sociali.

I bambini e i giovani, le persone divorziate, gli stranieri e le persone senza qualifiche professionali riconosciute sono risultati particolarmente dipendenti dal sostegno.

In media, nelle 14 città, circa il 23% delle famiglie monoparentali è stato sostenuto dall’aiuto sociale, in particolare le donne che lavorano a tempo parziale con figli.

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