Otto anni di carcere a una coppia di genitori per la morte della figlioletta disabile
Il fatto di cronaca è successo nel 2020 nel Canton Argovia.
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La bambina di tre anni soffriva dalla nascita di un grave handicap cerebrale. I genitori l'hanno soffocata dopo averla drogata con dell'ecstasy.
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Il Tribunale distrettuale di Bremgarten, nel Canton Argovia, ha riconosciuto i genitori di una bimba di tre anni gravemente disabile colpevoli, tra altri reati, di omicidio intenzionale della fanciulla e li ha condannati entrambi a otto anni di reclusione.
La nonna, accusata di complicità, è stata assolta. Per la corte la mamma, oggi 32 enne, e il papà, 34 anni, hanno insieme soppresso la figlioletta. Il delitto risale al maggio del 2020 ed era stato commesso ad Hägglingen (Argovia), piccolo comune a metà strada tra Aarau e Zurigo. La sentenza può essere impugnata davanti al Tribunale cantonale.
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Il 6 maggio di quell’anno, i due partner, di nazionalità tedesca, hanno drogato la bambina con ecstasy e l’hanno poi soffocata. Poiché si era procurato la droga, l’uomo è stato anche condannato a una pena pecuniaria con la condizionale per violazione della Legge sugli stupefacenti.
Entrambi sono anche stati giudicati colpevoli di tentato omicidio intenzionale. Nell’ottobre 2019, avevano infatti già provato a sopprimere la bambina con un’overdose di sonniferi nel biberon. La corte di prima istanza ha ordinato l’espulsione dei due dalla Svizzera per dieci anni.
La fanciulla soffriva di un grave handicap cerebrale fin dalla nascita. Avrebbe avuto bisogno di cure 24 ore su 24 per il resto della sua vita.
Durante il processo i genitori hanno sostenuto che con la morte le hanno alleviato per amore i sempre più forti dolori, le convulsioni, le paralisi e altri disturbi. I loro avvocati difensori, facendo valere che i loro clienti avevano agito in condizioni di grande stress emotivo, hanno chiesto per entrambi una condanna a tre anni di reclusione, in parte sospesi.
Contro i due, il ministero pubblico ha invece chiesto una pena detentiva di 18 anni per assassinio. La procura ha sostenuto che per la bambina c’erano chance di miglioramento della salute. Ma per gli imputati la figlia costituiva un fastidio e hanno voluto sbarazzarsene. Nel farlo, hanno agito in modo palesemente egoista e senza scrupoli, ha detto la procura durante i dibattimenti.
Assoluzione per la nonna
La nonna è stata assolta dall’accusa di complicità nell’omicidio. Il ministero pubblico l’aveva accusata di non aver impedito alla figlia e al suo compagno di ucciderla.
Lei stessa, oggi 53enne, in tribunale ha affermato di non aver saputo cosa fare. Aveva fortemente sconsigliato di sopprimere la bimba e, per quanto possibile, sostenuto la giovane famiglia.
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