Acqua Nestlé, criticati lo Stato francese e il management della multinazionale
Alcune acque imbottigliate dalla multinazionale sono state filtrate con processi illegali.
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Nell'ambito delle sue indagini, la commissione d'inchiesta creata dal Senato francese per indagare sulla vicenda delle acque imbottigliate con processi di filtrazione illegali ha espresso una condanna nei confronti dello Stato francese e della dirigenza di Nestlé.
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La commissione d’inchiesta creata dal Senato francese per indagare sulla vicenda delle acque imbottigliate con processi di filtrazione illegali ha espresso una condanna nei confronti dello Stato francese, reo di non aver messo fine a pratiche contrarie alla legge. Sono state anche espresse critiche contro i dirigenti di Nestlé e della sua filiale Nestlé Waters.
“Dobbiamo stare attenti a non spaventare i consumatori, non è stata dimostrata alcuna contaminazione sanitaria”, si è affrettato a precisare in una conferenza stampa a Parigi Laurent Burgoa, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta e senatore del Gard, il dipartimento in cui opera lo stabilimento Perrier di proprietà di Nestlé Waters.
Ma per il relatore Alexandre Ouizille, la “gestione del rischio sanitario” non è stata all’altezza. Il caso, da parte dei dipartimenti governativi, è stato inizialmente visto “come un problema di consumo” e di etichetta. Una volta venuto a conoscenza delle filtrazioni, che sono illegali per le cosiddette acque minerali naturali, “il governo non ha posto fine all’infrazione” e le vendite di acqua in bottiglia di marchi di Nestlé sono continuate. “Nonostante questa frode ai danni dei consumatori le autorità hanno deciso di non perseguire l’azienda”, ha dichiarato l’esponente socialista, insistendo sul fatto che la procura pubblica non è stata informata.
“Ostentazione a non rispondere alle domande”
Riferendosi alle audizioni dei dirigenti di Nestlé – compreso il CEO del gruppo, Laurent Freixe – e Nestlé Waters, la senatrice Antoinette Guhl ha criticato “l’ostinazione a non rispondere alle domande” della commissione. “Da quanto tempo va avanti la frode? Nestlé Waters non risponde”. La risposta si trova “in un documento governativo”, cioè “da circa vent’anni”. Allo stesso modo, sono gli stessi dipartimenti dell’esecutivo a sostenere che il gruppo ha guadagnato “3 miliardi di euro da questa frode”. A suo avviso “descrivere l’affare Nestlé come uno scandalo di stato è del tutto appropriato”.
Ouizille ha sottolineato che Freixe ha annunciato una “ispezione” durante la sua audizione. “Per il momento si tratta solo di parole”, si è rammaricato il senatore. Interrogato sull’interesse dello stato a nascondere la truffa sia ai consumatori che a livello europeo, il 36enne ha sottolineato l’esistenza del “ricatto del lavoro”. “Le autorità sono state messe sotto pressione”. Come esempio, ha citato Perrier, “un marchio miliardario che crea impieghi”: il sito di Gard dà lavoro a un migliaio di persone.
La commissione ha ascoltato più di 120 persone in 73 audizioni nell’arco di sei mesi. In particolare è stato visitato lo stabilimento di Vergèze che produce l’acqua frizzante Perrier e i suoi siti di captazione, nonché il luogo dove si trova la sorgente dell’acqua Evian in Alta Savoia, di proprietà di Danone.
Tra le raccomandazioni formulate figurano quelle di proteggere meglio le risorse idriche e di effettuare un’analisi degli inquinanti eterni nonché delle microplastiche presenti nell’acqua minerale, di ristrutturare e chiarire i decreti sulla qualità dell’acqua confezionata e di “rinnovare un sistema di controllo troppo complesso e disordinato”. Secondo i senatori anche il sistema fiscale deve essere rivisto: i comuni in cui si trovano gli impianti di imbottigliamento prelevano le tasse solo sull’acqua minerale naturale.
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