L’accordo di Pfizer negli USA mette le ali a Novartis e Roche in Borsa

I titoli farmaceutici svizzeri hanno registrato forti rialzi in Borsa dopo l’accordo tra Pfizer e il Governo statunitense, che riduce le incertezze sul futuro della regolazione dei prezzi dei medicinali e potrebbe aprire la strada a intese simili con altri colossi del settore.
Titoli dell’industria farmaceutica in grande spolvero mercoledì mattina alla borsa di Zurigo. Da tempo sotto pressione a causa delle intenzioni di regolamentare i prezzi dei medicinali negli Stati Uniti le aziende stanno tirando un sospiro di sollievo sulla scia dell’accordo raggiunto dal colosso americano Pfizer, che ha ottenuto un’immunità di tre anni contro eventuali sovrattasse proibitive brandite dal presidente Donald Trump in cambio di una serie di concessioni. Attualmente i dazi applicati sono del 100% per chi non produce o non prevede di produrre negli USA.
Considerando che questo nuovo modello di affari potrebbe diventare la nuova normalità, gli analisti accolgono con favore la diminuzione delle incertezze per l’intero settore. Gli investitori vedono con favore gli sviluppi in atto e l’effetto in borsa non è mancato: alle 12.00 Roche guadagnava il 5,3%, Novartis il 2,4% e Lonza lo 0,8%.
I preparati di Pfizer saranno venduti a prezzi più convenienti nell’ambito del programma sanitario statale Medicaid, ha indicato Trump in una conferenza stampa tenutasi ieri sera. Il 79enne ha inoltre annunciato la creazione del sito web “TrumpRx”, che offrirà alle e ai pazienti un accesso diretto ai farmaci a prezzi scontati, in modo da “aggirare gli intermediari”. Oltre alle riduzioni di prezzo, Pfizer ha promesso di investire oltre 70 miliardi di dollari in ricerca, sviluppo e produzione nazionale.
I piani di Trump prevedono di allineare i prezzi dei medicamenti negli Stati Uniti a quelli più bassi praticati in altri Paesi ricchi. In estate aveva chiesto a 17 grandi aziende farmaceutiche, tra cui Novartis e Roche, di ridurre le loro tariffe secondo questo principio. Aveva fissato una scadenza entro la fine di settembre, minacciando di applicare dazi elevati.
Pfizer è solo la prima azienda con cui è stato raggiunto un’intesa, ha sottolineato Trump. “Faremo accordi con tutti, sono in lista d’attesa”, ha aggiunto l’imprenditore. E se non ci sarà un accordo, allora ci saranno i dazi, ha aggiunto.
I colossi farmaceutici elvetici non hanno voluto far sapere se stanno attualmente negoziando pacchetti simili. “Abbiamo discusso con il governo su come soddisfare le richieste”, ha indicato Novartis all’agenzia AWP. “Continuiamo a impegnarci per trovare soluzioni costruttive che riducano i costi per gli americani e affrontino le differenze di prezzo tra gli Stati Uniti e altri paesi ad alto reddito”.
Simile la reazione di Roche. “Continuiamo lavorare a stretto contatto con il governo degli Stati Uniti per raggiungere gli obiettivi comuni di rafforzamento della produzione americana e miglioramento dell’accessibilità dei farmaci per i pazienti negli Stati Uniti”, fa sapere la società. Allo stesso tempo, il gruppo riferisce dei suoi piani di investimenti per 50 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi cinque anni.
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