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Accordo con i talebani, Berna torna a espellere verso l’Afghanistan

facciata di un centro di detenzione
Keystone-SDA

Grazie a negoziati diretti con i talebani, la Svizzera ha ripreso le espulsioni verso l'Afghanistan, rimpatriando per la prima volta quest'anno un uomo condannato e aprendo la strada a futuri rimpatri per specifici casi di richiedenti asilo respinti.

Dopo una lunga interruzione, alla fine di ottobre la Confederazione è riuscita per la prima volta quest’anno a espellere un afghano che aveva commesso un reato verso il suo Paese d’origine. Il risultato è frutto di negoziati con rappresentanti dei talebani, ha indicato la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) confermando una notizia pubblicata dal domenicale SonntagsBlick.

Durante l’ultimo tentativo di espulsione, nel dicembre 2024, un uomo che era già atterrato nella capitale Kabul aveva dovuto tornare nella Confederazione. Per questo motivo in agosto la SEM ha invitato i rappresentanti del Governo talebano non ufficiale all’aeroporto di Ginevra per trattare le future espulsioni. I negoziati stanno ora dando i loro frutti: sono in preparazione ulteriori rimpatri, ma non è possibile prevedere una data precisa.

Solo uomini

In base a una modifica della prassi in vigore da aprile, la SEM può espellere verso l’Afghanistan, in casi specifici, uomini la cui domanda di asilo è stata respinta. Il presupposto è che non abbiano famiglia in Svizzera, siano in buona salute e maggiorenni. A ciò si aggiunge una rete di relazioni stabile e solida in Afghanistan.

L’11 agosto 2021 la SEM aveva sospeso l’esecuzione dei rimpatri in Afghanistan perché la situazione sul posto era diventata più pericolosa, con la presa del potere da parte dei talebani. Le donne, le famiglie, i minori e le persone con problemi di salute non sono interessati dai rimpatri.

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