I datori di lavoro dovrebbero essere obbligati a segnalare i posti offerti agli uffici di collocamento, a convocare i disoccupati residenti il cui profilo corrisponde e, se non li assumono, a giustificarsi. Queste misure dovranno valere nei settori caratterizzati da forte disoccupazione o per determinati gruppi professionali e potranno essere limitate a determinate regioni del paese. Chi non le rispetterà, rischierà multe fino a 40’000 franchi.
Lo ha deciso oggi, giovedì, il Consiglio degli Stati (camera alta del Parlamento svizzero) per 26 voti a 16 e un astenuto, esaminando l’applicazione dell’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa. Passa dunque il modello proposto dall’ex presidente del PLR Philipp Müller, che non rispetta alla lettera il testo accolto dal popolo il 9 febbraio del 2014 e non fissa contingenti per non violare gli accordi bilaterali con l’Unione Europea, ma è più vincolante rispetto alla soluzione proposta dal Consiglio nazionale (camera bassa).
Solo l’UDC si è battuta per una ripresa pari pari di quanto votato dal sovrano. Una minoranza PPD ha contestato invece quello che ritiene un “mostro burocratico” che non rispetta per niente l’articolo costituzionale, mentre la sinistra ha sostenuto quanto già emerso in sede commissionale. Il popolo dovrà tornare alle urne, ha anticipato Daniel Jositsch (PS).
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