21enne svizzero incriminato per tentato viaggio jihadista
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Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha incriminato un cittadino svizzero di 21 anni sospettato di aver sostenuto il sedicente Stato islamico (IS), in particolare pianificando un viaggio in Somalia per unirsi ad esso.
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Un giovane è stato incriminato dall’MPC perché sospettato di aver sostenuto l’IS, per aver diffuso materiale propagandistico del gruppo terroristico, vietato in Svizzera, e posseduto rappresentazioni di atti di cruda violenza.
L’MPC contesta all’imputato, residente nel cantone di Basilea Città, di essere stato un sostenitore dell’IS al più tardi a partire dal 2023. Secondo l’atto d’accusa, trasmesso al Tribunale penale federale (TPF), il giovane ha poi deciso di unirsi all’organizzazione jihadista almeno sin dall’aprile di un anno fa. A tal fine, avrebbe cercato attivamente il contatto con reclutatori dell’IS e avrebbe mantenuto per diversi mesi un dialogo continuo con loro.
Questi ultimi avrebbero scelto la Somalia come destinazione e organizzato il viaggio. L’arresto del 21enne, ordinato dall’MPC ed eseguito dalla polizia federale con il sostegno di quella cantonale di Basilea Città il 9 luglio 2024, gli avrebbe impedito di partire, si legge in un comunicato odierno del Ministero pubblico stesso.
La procura federale rimprovera al giovane anche l’invio di materiale propagandistico dell’ISIS a più persone tramite diversi canali di comunicazione.
Violenza
Sempre secondo l’MPC, nel 2024 l’imputato avrebbe inoltre prodotto diversi video contenenti rappresentazioni di atti di cruda violenza. Era in possesso di film di questo tipo quando gli sono state messe le manette ai polsi.
Al momento dell’arresto, il giovane era anche in possesso di materiale pornografico vietato. Durante una perquisizione domiciliare è stata inoltre sequestrata un’arma soft air, che l’imputato possedeva illegalmente. Nel gennaio del 2021 avrebbe pure commesso, con l’aiuto di un complice, un furto con scasso in un negozio di Basilea.
Il 21enne è attualmente in libertà. In base alla Legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna (LMSI), la polizia federale ha ordinato misure, di natura amministrativa, volte a impedirgli attività terroristiche.
Con il deposito dell’atto d’accusa presso i giudici di Bellinzona, competente per fornire ulteriori informazioni ai media diventa il TPF. Fino al passaggio in giudicato della sentenza, vale la presunzione di innocenza, sottolinea l’MPC.
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