20 anni fa il disastro aereo di Ueberlingen
Il 1. luglio di 20 anni fa, poco prima della mezzanotte, due aerei si scontrarono nei cieli sopra Überlingen, sulla sponda tedesca del lago di Costanza, con un bilancio di 71 morti. La sciagura avvenne in territorio tedesco, ma l'errore fatale fu commesso dalla Skyguide, l'autorità svizzera di sorveglianza dei cieli.
Nell’incidente perirono tutte le 69 persone a bordo di un Tupolev della Bashkirian Airline, fra cui 49 bambini della Repubblica autonoma russa dell’Ossezia del Nord che avevano vinto un viaggio premio in Spagna e i due membri dell’equipaggio che si trovavano su un Boeing cargo della DHL.
Il controllore di Skyguide in servizio quella sera si accorse troppo tardi che i due velivoli si trovavano in rotta di collisione. L’uomo radar ordinò al Tupolev di perdere quota, senza sapere che il sistema automatico d’allarme di bordo, di cui disponevano entrambi gli aerei, aveva ordinato al Tupolev di salire e al Boeing di scendere.
Dopo lo scontro, avvenuto a 11’500 metri d’altezza, i rottami dei due velivoli precipitarono a terra a meno di un chilometro di distanza dal centro di Überlingen. Alcuni pezzi in fiamme rasentarono delle abitazioni, ma quasi per miracolo a terra nessuno rimase ferito.
Di tragedia in tragedia
Nel febbraio 2004 Vitali Kaloiev, un uomo dell’Ossezia che nell’incidente perse la moglie e due figli, venne in Svizzera e uccise a coltellate davanti all’uscio di casa il controllore di Skyguide, un cittadino danese.
Kaloiev fu condannato un anno più tardi dal Tribunale cantonale zurighese a otto anni di reclusione per omicidio intenzionale, ma su richiesta della Corte di cassazione nel 2007 lo stesso tribunale ridusse la pena a cinque anni e tre mesi. Nello stesso anno, dopo aver scontato i due terzi della pena, Kaloiev fu scarcerato. E al suo rientro in patria fu accolto come un eroe.
Sempre nel 2007, il Tribunale distrettuale di Bülach condannò tre dirigenti di Skyguide a 12 mesi di prigione con la condizionale per omicidio colposo plurimo. Un quarto imputato fu condannato ad una pena pecuniaria, mentre altri quattro dipendenti della società furono assolti.
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