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“Mi chiedono i documenti perché sono nero”

Uno svizzero di origini keniane solleva in tribunale la questione del 'racial profiling'; la Polizia di Zurigo: lavoriamo da tempo per evitarlo

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Un cittadino svizzero di origini keniane solleverà domani al tribunale distrettuale di Zurigo la questione del ‘racial profiling’, ossia il peso di fattori razziali o etnici nel determinare l’azione delle forze dell’ordine.

Il 42enne Mohamed Wa Baile, che comparirà dopo essersi opposto a una multa di 250 franchi per non aver esibito i documenti d’identità, ritiene di essere stato vittima di un atto discriminatorio.

Bibliotecario di professione, residente a Berna e impiegato a Zurigo, incappa spesso in controlli di polizia e stima che questo accada solo perché è di pelle scura:

“Capisco che gli agenti devono fare il loro lavoro. Ma quando ti accorgi che vieni sempre controllato, incominci a chiederti quale sia il vero problema.”

Il caso che lo porterà in Tribunale risale al 5 febbraio 2015. Pochi minuti dopo essere sceso dal treno a Zurigo tre poliziotti gli chiedono i documenti. Wa Baile si rifiuta di esibirli, beccandosi una multa di 250 franchi. Si sente discriminato e oppone ricorso.

“È un problema che colpisce molte persone”, sostiene Tarek Naguib dell’Allenza contro il racial profiling, che domani lo sosterrà in aula. “Purtroppo però, non se ne parla quasi mai.”

Sul caso concreto, la polizia di Zurigo non vuole esprimersi. Il tema del racial profiling, ci dice il portavoce Marco Cortesi, viene però preso sul serio.

“Il comandante, d’accordo con il capodicastero sicurezza, ha creato già qualche mese fa un gruppo di lavoro, che collabora con partner esterni. Alcuni nostri agenti, inoltre, si sono recati in Inghilterra per approfondire il tema.”

Meno sfumata la reazione della Federazione Svizzera dei funzionari di Polizia: “Bisogna dire chiaramente che la polizia non controlla tipi di persone”, dichiara il segretario generale Max Hofann, “ma combatte degli effetti o delle situazioni criminogene e quindi lavora in questo senso.”

Di tutt’altro avviso l’Allenza contro il Racial Profiling, che chiede, tra l’altro, una formazione specifica degli agenti.

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