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È nata Pro Svizzera a difesa della neutralità elvetica

Un momento dell assemblea costituente ddella nuova associazione Pro Svizzera.
Cristoph Blocher è uno dei promotori della nuova associazione patriotica elvetica. © Keystone / Peter Klaunzer

Per difendere la neutralità elvetica, tre organizzazioni antieuropeiste si sono unite sabato a Berna per dar vita a Pro Svizzera. La cerimonia di fondazione è stata presieduta dall'ex consigliere federale democentrista Christoph Blocher che fece capolino sulla scena della politica svizzera nel 1992 quando combatté e vinse la battaglia contro l'adesione della Svizzera all'allora Spazio economico europeo.

A confluire nelle nuova associazione “Pro Svizzera”, a forte trazione UDC (il partito di maggioranza relativa in Parlamento a vocazione populista), sono l’Azione per una Svizzera indipendente e neutrale (ASNI), No alla strisciante adesione all’Ue e l’Associazione degli imprenditori contro l’adesione all’Ue.

Nel corso dell’assemblea generale, Stephan Rietiker – medico e imprenditore nel settore sanitario di Zugo – è stato eletto presidente. Commentando la scelta, Blocher ha affermato che è un bene non avere al timone un politico, ma un professionista.

Vicepresidente è Walter Wobmann, consigliere nazionale solettese dell’UDC, che non si ripresenterà alle prossime elezioni federali. Blocher lo ha definito “il consigliere nazionale più efficiente”, poiché ha portato al successo le iniziative sui minareti e sul burqa.

Nel consiglio direttivo, composto di tredici membri, figurano tra gli altri i consiglieri nazionali dell’UDC Piero Marchesi (Ticino) e Therese Schläpfer (Zurigo), oltre agli ex consiglieri nazionali pure democentristi Adrian Amstutz (Berna), Christoph Mörgeli (Zurigo) e Ulrich Schlüer (Zurigo).

Werner Gartenmann sarà il direttore, dopo aver già ricoperto questa carica nell’ASNI. Questa associazione nazional-conservatrice, che conta oltre 50’000 membri, negli ultimi anni ha perso un po’ di smalto.

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Critiche a politiche sanitaria ed energetica

Nel suo discorso presidenziale, Rietiker ha criticato la politica condotta nell’ambito della pandemia di Covid-19: tutte le assurdità adottate in Germania sono state fatte proprie anche dalla Svizzera e le voci critiche sono state soppresse, ha deplorato.

Come avvenuto durante la crisi sanitaria, ora si procede alla cieca anche in quella energetica, ha aggiunto. Invece di ammettere il totale fallimento della politica sull’energia, ora si esorta la gente a fare in due la doccia, ha detto, facendo riferimento ad affermazioni della consigliera federale Simonetta Sommaruga. La politica ecologista è fallita, ha sottolineato.

L’attenzione per l’Ue deve lasciare il posto a quella per i veri mercati in crescita dell’Asia e dell’America. Il neopresidente ha anche messo in discussione il programma di ricerca Horizon dell’Ue, affermando che la migliore università dell’Europa continentale è solo al 44esimo posto nella classifica globale (mentre il Politecnico federale di Zurigo è stabilmente tra i primi 10). Le sanzioni contro la Russia sono state uno scandalo di proporzioni epiche. “Switzerland first and forever” (prima la Svizzera e per sempre), ha scandito.

Unanimità per iniziativa su neutralità

Blocher ha promosso l’iniziativa popolare sulla neutralità, che intende escludere l’adesione della Confederazione a un’alleanza di difesa e vietare le sanzioni, giudicate uno strumento di guerra. Tuttavia, la Svizzera continuerebbe a rispettare gli impegni assunti all’Onu.

Il 20 ottobre il comitato d’iniziativa annuncerà la sua composizione, ha indicato l’ex consigliere federale. La raccolta delle firme inizierà a novembre. Pro Svizzera ha deciso all’unanimità di sostenere la proposta di modifica costituzionale.


 

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