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Ucraina, vertice di Berlino: pochi passi avanti

Migliorerà la sicurezza, ma oltre la metà dei punti stabiliti 15 mesi fa dagli accordi di Minsk rimangono teoria

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Un solo, piccolo, passo avanti. Questo il risultato del vertice a quattro sull’Ucraina tenutosi mercoledì a Berlino. I ministri degli esteri di Francia, Germania, Russia e Ucraina avrebbero preso la decisione di rendere duratura la tregua sancita dagli accordi di Minsk di 15 mesi fa, ma su tutti gli altri punti del trattato è ancora stallo.

Passi avanti sulla sicurezza, ma nessun accordo sulle elezioni nell’est dell’Ucraina o scadenze per un rinnovo della Costituzione che dia alle province del Donbass maggiore autonomia dal governo centrale di Kiev. Il ministro degli esteri tedesco, che sperava in progressi più rapidi, concreti e importanti, è rimasto deluso.

“Anche oggi il bilancio è parziale, misto”, ha dichiarato Frank-Walter Steinmeier. “Ma dovremmo essere in grado di assicurare la tenuta del cessate il fuoco, che ha retto per tutta la durata delle festività per la Paqua ortodossa. Inoltre, è migliorato lo scambio di informazioni tra le parti e ci saranno nuovi colloqui tra gli osservatori dell’OSCE e gli esperti militari. So che la sicurezza non è tutto per l’est dell’Ucraina: ma senza di essa non abbiamo nulla. Ecco perché sono soddisfatto di questa parte dei colloqui.”

Ma sul resto, nulla di fatto. Oltre la metà dei punti stabiliti dagli accordi di Minsk rimangono ancora – dopo 15 mesi – pura teoria, fattore che mina l’efficacia e la legittimità del trattato. Dopo 12 incontri del cosiddetto quartetto Normandia, la situazione resta in stallo.

La popolazione, dopo due anni di guerra e oltre 9 mila morti, continua a soffrire. La speranza è che la sicurezza e la tenuta della tregua siano fondamenta abbastanza robuste per cercare di edificare, con la lentezza inesorabile che accompagna questo processo, la pace nell’est dell’Ucraina.

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