Proteste a Tianjin, in Cina, dove il premier Li Keqiang è giunto per la prima volta sul luogo del disastro e ha visitato il cratere lasciato dalle esplosioni e le macerie che testimoniano della violenza delle deflagrazioni di cinque giorni fa.
Mentre il primo ministro rendeva omaggio a 21 vigili del fuoco che hanno perso la vita -altri 85 risultano dispersi- centinaia di manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro i risarcimenti che le autorità di Pechino intendono accordare alle vittime e a chi ha subito danni. Molti abitanti di Tianjin accusano le autorità di incompetenza, di scarsità di informazioni e di ignorare la loro situazione e le loro esigenze.
Lunedì mattina, intanto, c’è stata una nuova esplosione, per quanto ridotta rispetto a quelle di mercoledì scorso. All’origine della tragedia, 700 tonnellate di di cianuro di sodio, materiale altamente infiammabile, che forse -lo stabilirà l’inchiesta- non poteva venir immagazzinato in così grandi quantità in una zona così altamente popolata.
Il bilancio attuale è di 114 morti, 700 feriti e un centinaio di dispersi.
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