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Turiste decapitate, tre condanne a morte in Marocco

Agenti nell'aula del tribunale speciale a Salé che ha condannato a morte tre terroristi. Keystone


Questo contenuto è stato pubblicato il 18 luglio 2019 minuti
tvsvizzera/afp/spal con RSI (TG del 18.7.2019)

Sono stati condannati alla pena capitale i tre imputati, appartenenti allo Stato islamico (Isis), per l'uccisione in dicembre di due turiste scandinave in Marocco.

Durante il processo iniziato a maggio a Salé (Rabat) Abdessamad Ejjoud, un venditore ambulante di 25 anni, aveva confessato di aver organizzato la spedizione omicida con i due compagni Younes Ouaziyad di 27 anni e Rachid Afatti, 33 anni, che aveva filmato la scena del massacro.

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Le due giovani vittime, la studentessa danese 24enne Louisa Vesterager Jespersen e la sua amica norvegese di 28 anni Maren Ueland, erano state rapite, torturate e decapitate mentre stavano campeggiando nell'Alto Atlante, una regione montuosa nel sud del Paese frequentata dagli escursionisti.

Gli altri 21 imputati giudicati dal Tribunale speciale antiterrorismo per questi omicidi o per la loro appartenenza alla cellula jihadista, sono stati condannati a pene variabili da 5 anni di detenzione all'ergastolo. Tra di essi figura un cittadino svizzero e spagnolo, un ginevrino convertitosi all'Islam, cui è stata inflitta una pena di 20 anni di carcere per costituzione di associazione terroristica, nonostante abbia sempre proclamato la sua innocenza.

La corte ha inflitto anche una pena pecuniaria di 190'000 euro a titolo di risarcimento ai familiari di Maren Ueland ma ha respinto l'analoga richiesta di 930'000 euro dei parenti di Louisa Vesterager nei confronti dello Stato del Marocco chiamato in causa per presunta "responsabilità morale".

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