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Terrorisimo: Alfano da Bruxelles lancia un allarme

Keystone

Sono 48 i combattenti legati alla jihad passati per l'Italia

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 settembre 2014 - 16:11

Angelino Alfano da Bruxelles ha lanciato un allarme: "L'allerta per l'Italia è elevata, anzi elevatissima, pur in assenza di una minaccia specifica".

Per il ministro degli Interni, sono una cinquantina, per ora, i combattenti nelle file jihadiste, passati dall'Italia. Il titolare del Viminale ha dichiarato: "A livello Ue credo che occorra rafforzare la registrazione dei passeggeri in ambito Schengen per quanto riguarda voli e transiti, per monitorare al meglio la possibilità che qualche europeo vada su quei teatri di guerra a combattere, e che magari, dopo essersi ulteriormente radicalizzato, torni indietro con la volontà di realizzare quella strategia dei 'mille tagli' che serve a dissanguare il nemico, come sostengono i teorici dell'Isis"

L'Unione europea, qualche giorno fa aveva comunicato che sono tremila i cosiddetti "foreing fighters" attivi in Iraq e in Siria.
Alfano ha precisato che esiste un monitoraggio che viene sempre tenuto aggiornato e da questo controllo risulta che sono 48 i combattenti legati in qualche modo all'Italia in termini di transito o in termini di passaggi effettuati in Italia.
Ma non è finita qui. Il dato della polizia di prevenzione, è molto più allarmante. Infatti sarebbero 50 gli italiani partiti per combattere con l'Is. Claudio Galzerano, direttore della Divisione Antiterrorismo Internazionale, dice: "Abbiamo un conto preciso. La minaccia è alta. Quello che è cambiata negli ultimi tempi - continua - è però la percezione della minaccia: la crisi siro-irachena ha aperto scenari nuovi e nuovi rischi, e contro questi ci siamo abbondantemente attrezzati"

Gobbs

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