Suicidi a France Telecom, pesanti condanne agli ex dirigenti
A dieci anni dalla catena di suicidi tra i dipendenti di France Telecom, l'amministratore delegato dell'epoca, Didier Lombard, è stato condannato per mobbing "morale e istituzionale" a un anno di carcere, di cui otto mesi sospesi con la condizionale, e al pagamento di una multa di 15'000 euro.
Condannati alla stessa pena anche due ex dirigenti di spicco, il numero 2 Pierre Wenès e l’ex capo del personale, Olivier Barberon, mentre l’azienda dovrà sborsare una multa da 75’000 euro. Gli imputati dovranno inoltre versare oltre tre milioni di euro alle parti civili, ex impiegati e famiglie delle vittime, a titolo solidale. Contrariamente ai tre manager condannati, l’azienda ha fatto sapere che non ricorrerà in appello.
Il processo si è concentrato sul periodo 2007-2010, quando il management dell’azienda privatizzata nel 2004 attuò una drastica politica di riduzione e ricollocamento del personale. Per raggiungere l’obiettivo di 22’000 uscite e 10’000 cambi di posizione all’interno dell’azienda in tre anni Didier Lombard aveva impartito il sinistro ordine: “Fateli uscire dalla porta o dalla finestra”.
I giudici hanno analizzato un totale di 39 casi: 19 si sono suicidati, 12 hanno tentato di farlo e otto sono rimasti vittime di depressione.
Tra le tante vittime che in quel periodo decisero di togliersi la vita lasciando a volte delle lettere contro l’azienda ci fu, nel luglio 2009, il tecnico Michel Deparis che nel suo ultimo messaggio denunciò un “management del terrore”: “Mi tolgo la vita a causa di France Telecom, è l’unica ragione”.
Tra le famiglie delle vittime presenti al processo che si è celebrato dal 6 maggio all’11 luglio, quella di Rémy Louvradoux, che si tolse la vita dandosi fuoco nel parcheggio dell’azienda. “Gli altri Didier Lombard di altre aziende pubbliche o private devono sapere che se continuano ad attuare politiche manageriali di questo genere portano la gente alla depressione o al suicidio. Saranno condotti in tribunale e condannati”, ha commentato il figlio, Raphael Louvradoux.
Da parte sua, l’avvocato di Didier Lombard, Jean Veil, ha confermato che il suo assistito ricorrerà in appello, come gli altri due manager, e ha denunciato una sentenza totalmente “demagogica”.
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