Spiati i cellulari di giornalisti e attivisti
Diversi governi "autoritari" hanno usato un software israeliano per spiare i cellulari di giornalisti, attivisti e manager nel mondo. È quanto emerge da un'indagine condotta dal "Washington Post" e altre 16 testate internazionali.
Giornalisti e attivisti dei diritti umani nel mondo sono finiti nel mirino di Governi autoritari che hanno usato il software Pegasus, dell’israeliana NSO Group, per spiarli illegalmente. A rivelarlo un’indagine condotta da 17 testate internazionali, fra le quali il Washington Post e il Guardian.
A Pegasus avrebbero fatto ricorso anche Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti per spiare persone vicine al giornalista e dissidente saudita Jamal Kashoggi, ucciso e fatto a pezzi. Un omicidio che ha indignato il mondo.
Il malware attiva di nascosto il microfono del cellulare
Il software, nato per per consentire ai Governi di seguire terroristi e criminali, è un malware che infetta gli iPhone e gli smartphone Android per consentire a chi lo opera di avere accesso ed estrarre messaggi, foto, email e per attivare segretamente il microfono del dispositivo.
La lista dei giornalisti spiati
La lista dei numeri di telefono segnalati dall’inchiesta include più di 50’000 numeri, concentrati in Paesi conosciuti per la sorveglianza dei loro cittadini e clienti di NSO Group. Nell’elenco, datato 2016, compaiono reporter di testate fra le quali Cnn, New York Times, Wall Street Journal, Financial Times, Voice of America e Al Jazeera. Fra i numeri identificati finora ci sarebbero anche quelli di capi di Stato e premier.
Più di 10’000 persone spiate in Europa
L’analisi dell’elenco mette in evidenza che il cliente di NSO che ha selezionato il maggior numero di numeri di telefono è il Messico (oltre 15’000). Il Marocco e gli Emirati Arabi Uniti ne hanno selezionati più di 10’000. I numeri selezionati sono stati rintracciati in oltre 45 Paesi, in quattro continenti. Più di 10’000 numeri sono stati selezionati dai clienti di NSO in Paesi europei. La società israeliana, colosso del settore, respinge le accuse.
Ecco perché si minaccia la democrazia
L’inchiesta riapre il dibattito sull’uso diffuso di strumenti di spionaggio che minacciano le democrazia: la sorveglianza rende difficile per i giornalisti raccogliere informazioni, per gli attivisti continuare a svolgere la loro attività e per gli oppositori politici pianificare le loro strategie.
Con Pegasus, mette in evidenza l’ex dell’intelligence americana Timothy Summers, si può spiare quasi l’intera popolazione mondiale: “Non c’è nulla di male nello sviluppare tecnologie che consentono di raccogliere dati. Ma l’umanità non è in una situazione di poter rendere accessibile a tutti tanto potere”.
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