Una bomba rudimentale, riempita di chiodi, è esplosa mercoledì sera al pianterreno di un centro commerciale di San Pietroburgo, provocando il ferimento di almeno 13 persone. Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l’esplosione “un atto terroristico”.
L’ordigno, piazzato probabilmente nell’area che ospita il deposito borse e bagagli del supermercato ‘Perestrok’, aveva un potenziale esplosivo pari a 200 grammi di tritolo. È quanto rende noto il Comitato investigativo russo.
Colpito nel periodo più affollato
Il Comitato ha aperto un’indagine per “tentata strage” e “tutte le piste sono aperte”, aveva detto la portavoce prima che il presidente parlasse esplicitamente di terrorismo.
Il centro Gigant Hall, al momento dello scoppio, era pieno di gente poiché gli acquisti che precedono il Capodanno -la festa più sentita dai russi, che si scambiano i regali nella notte di San Silvestro- sono i più frenetici.
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Delle 13 persone rimaste ferite, 8 sono state ricoverate in ospedale e 5 versano in condizioni “relativamente gravi”, ha dichiarato la vice sindaco Anna Mitianina. L’esplosione non ha innescato incendi.
Una città sotto tiro
L’attacco di mercoledì riporta lo spettro del terrorismo a San Pietroburgo, già colpita in aprile da attentati nella metropolitana che provocarono la morte di 15 persone e causarono decine di feriti.
Appena dieci giorni fa, sempre a San Pietroburgo, era stata sgominata grazie a una “soffiata” dell’intelligence americana una cellula dell’Isis, che puntava a colpire con un attentato kamikaze l’ottocentesca cattedrale di Kazan sulla prospettiva Nievski e altri punti della città.
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