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Russia e Turchia ricominciano dal turismo

Incontro Putin-Erdogan martedì a San Pietroburgo; in agenda la ripresa dei voli charter, l'economia, il conflitto in Siria

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Erdogan sta vivendo in Turchia il suo momento di massima popolarità. Domenica a Istanbul, a suo favore,c’è stato l’ennesimo bagno di folla. È dunque con questo carico di fiducia che martedì il presidente turco incontrerà, a San Pietroburgo, il presidente russo Putin.

Un incontro che molti interpretano come una prova del riavvicinamento fra i due Paesi.

Per i turisti russi, la costa turca potrebbe presto ridiventare la destinazione preferita per le loro vacanze. L’era glaciale fra Russia e Turchia infatti è finita: domani a San Pietroburgo, la ripresa dei voli charter fra i due Paesi sarà uno dei punti in agenda dell’incontro fra Putin e Erdoan.

“Beh, credo proprio che i turchi ne saranno soddisfatti”, dice una turista, Aljona, “noi russi siamo famosi per tutti i soldi che spendiamo in vacanza!”.

Prima delle sanzioni contro Mosca e prima della crisi del rublo, erano 4 milioni i turisti russi che viaggiavano in Turchia. Un numero che quest’anno è diminuito del 90%. Una crisi che non colpisce però solo il turismo. Anche gli scambi commerciali hanno subito un contraccolpo.

Ma martedì a San Pietroburgo Putin e Erdoan non discuteranno solo di economia, ma anche del conflitto in Siria, dove i russi – contrariamente ai turchi – sostengono le truppe del presidente Assad. Per gli esperti, un riavvicinamento fra i due Paesi potrebbe stravolgere l’equilibrio geopolitico nella regione.

L’incontro con Putin ha anche un’altro valore strategico per Erdoan. Dal tentato colpo di stato infatti i rapporti fra Turchia da una parte e Unione Europea e Stati Uniti dall’altra si sono deteriorati. Con Putin fra i suoi partner geopolitici, Erdoan potrà contare su un nuovo, fondamentale alleato.

Ma per gli esperti è difficile misurare la portata dell’incontro. Alcuni ne ridimensionano l’importanza e lo vedono come una manovra tattica di Erdoan per fare pressione sui governi occidentali.

Per altri invece potrebbe essere l’inizio di una nuova, inedita direzione della politica estera di Ankara.

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