"Pillar of Shame", ovvero la Colonna della vergogna. Questo il nome della monumentale opera d'arte in rame, otto metri in altezza di busti umani contorti nel dolore, che per oltre due decenni è stata ospitata nel campus dell'Università di Hong Kong in ricordo dei manifestanti pro democrazia uccisi durante le proteste a Pechino del 4 giugno 1989.
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tvsvizzera.it/fra
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La Colonna è stata rimossa con una gru e caricata in un container. Una decisione presa, ha fatto sapere la direzione dell’università, sulla base di un parere giuridico esterno e di non meglio precisati rischi per l’istituzione. L’opera era una dei pochi memoriali pubblici rimasti sul territorio della ex colonia britannica in ricordo del massacro di Tienanmen, argomento strettamente bandito in Cina. Qui ogni 4 giugno si teneva il principale raduno di attivisti per la democrazia. Questo fino all’entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino dopo le grandi manifestazioni del 2019, legge che tra le altre cose vieta la commemorazione di Tienanmen. L’autore dell’opera, lo scultore danese Jens Galschiot, si è detto shoccato. Aveva tentato di portare la scultura in Danimarca ma rischiava di essere perseguito. Gli attivisti esiliati hanno condannato la rimozione della statua, che hanno scritto non riuscirà a cancellare il passato.
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