Esattamente 40 anni fa, l'ayatollah Khomeini e i rivoluzionari islamici presero il potere dopo aver rovesciato il regime dello scià Reza Pahlavi.
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tvsvizzera.it/mar con RSI (RG dell'11.2.2019)
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Decine di migliaia di iraniani sono scesi lunedì nelle strade di Teheran e delle principali città iraniane per commemorare il 40esimo anniversario della rivoluzione islamica. L’11 febbraio del 1979 cadde l’ultimo governo dello scià Reza Pahlavi, che era fuggito dal paese tre settimane prima, e l’ayatollah Ruhollah Khomeini dichiarò l’Iran una Repubblica islamica.
Epicentro delle celebrazioni è la piazza Azadi, nella capitale iraniana. Il programma si svolge secondo un cerimoniale ben definito: lancio di palloncini da parte dei manifestanti, mazzi di fiori che piovono dagli elicotteri, cori, atterraggi di paracadutisti, preghiere, discorsi ufficiali e slogan di rito, in particolare “Morte all’America”.
L’anniversario cade in un momento assai delicato per il Paese, alle prese con lo strappo di Donald Trump con il ritiro dall’accordo del 2015 sul nucleare. Le nuove sanzioni Usa hanno duramente colpito la popolazione. Secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2018 l’economia iraniana è entrata in recessione e quest’anno il prodotto interno lordo dovrebbe fare registrare una regressione del 3,6%.
Rivolgendosi alla folla, il presidente iraniano Hassan Rohani ha denunciato il “complotto” pilotato dagli Stati Uniti, dai “sionisti” e dagli Stati “reazionari” del Medio Oriente e ha assicurato che “il nemico” non riuscirà mai a raggiungere i suoi “obiettivi demoniaci”.
Rohani ha poi dichiarato che l’Iran è determinato a rafforzare il suo potere militare e il suo programma missilistico: “Non abbiamo chiesto e non chiederemo il permesso di sviluppare diversi tipi di missili”.
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