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La Nuova Caledonia si pronuncia sull’indipendenza

Gli abitanti del territorio francese nel Pacifico sono chiamati domenica alle urne per esprimersi a favore o contro l'indipendenza. Dai sondaggi il 'no' dovrebbe uscire vincitore.

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La Nuova Caledonia, possedimento francese dal 1853, distante 18’000 chilometri da Parigi, ha un passato coloniale violento. Dal 1984 al 1988, l’arcipelago è stato teatro di un’insurrezione degli indipendentisti kanaki (la popolazione autoctona) che ha fatto più di 70 morti.

L’apice è stato raggiunto nel maggio del 1988, con una presa d’ostaggi e l’assalto della grotta di Ouvéa, durante il quale 19 militanti indipendentisti e sei militari sono rimasti uccisi.

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 Nel giugno del 1988 gli accordi di Matignon hanno dato il via a un processo di riconciliazione e di emancipazione di questa “collettività francese d’oltremare”. Un processo basato su un riequilibrio economico e geografico e una condivisione del potere politico tra kanaki e caldoches, i discendenti delle prime generazioni di coloni europei.

L’intesa di Matignon è stata consolidata dieci anni dopo dall’accordo di Nouméa, che prevedeva un referendum sull’indipendenza entro al massimo vent’anni. 

Domenica gli elettori dell’arcipelago – che conta quasi 280’000 abitanti – dovranno rispondere con un ‘sì’ o con un ‘no’ alla domanda “Volete che la Nuova Caledonia acceda alla piena sovranità e diventi indipendente?”.

Corpo elettorale limitato

L’accordo di Nouméa ha limitato il corpo elettorale a 174’154 elettori (contro i 210’105 delle elezioni presidenziali), considerati come i più toccati dal referendum. Questo territorio è infatti contraddistinto da una forte immigrazione temporanea (ad esempio funzionari che rimangono solo alcuni anni). Per votare bisognerà provare che si risiede nell’arcipelago da almeno il 31 dicembre 1994.

La Nuova Caledonia è iscritta nella lista dell’ONU dei paesi da decolonizzare. Lo scrutinio è sorvegliato da osservatori dell’organizzazione internazionale, nonché da 25 delegati inviati da Parigi.

I sondaggi prevedono una netta vittoria del ‘no’, con percentuali comprese tra il 63 e il 75%. Se dovesse invece vincere il ‘sì’, la Nuova Caledonia diventerà uno Stato sovrano, una prima per la Francia dall’indipendenza di Djibouti (1977) e di Vanuatu (1980).

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