Trump e Biden si attaccano sulla pandemia
Nella notte si è svolto l'ultimo confronto tivù prima delle presidenziali del 3 novembre.
Joe Biden ha ribadito le sue critiche sulla gestione della crisi sanitaria causata dal coronavirus da parte di Donald Trump nel secondo e ultimo dibattito televisivo tenutosi a Nashville (Tennessee) in vista delle presidenziali del prossimo 3 novembre.
E l’attuale inquilino della Casa Bianca, dando seguito alle indicazioni dei suoi consiglieri, si è mostrato più moderato e meno indisciplinato rispetto al precedente confronto tra i due rivali a Cleveland (Ohio), anche se non sono mancati reciproci attacchi personali tra i due rivali che hanno di nuovo mostrato di non rispettarsi minimamente.
Ma secondo gli analisti non sono stati assestati colpi a sorpresa in grado di mutare la traiettoria della campagna elettorale che vede il candidato democratico avanti in tutti i sondaggi.
Il servizio del TG:
Crisi sanitaria
Le prime scintille nel dibattito, apertosi alle 3 di notte (ora svizzera) sul palco della Belmont University, sono state sulla pandemia. Donald Trump, che ha scaricato tutte le colpe sulla Cina, ha difeso il proprio operato, promettendo l’arrivo di un vaccino nelle prossime settimane e ribadendo la necessità di aprire il Paese perché “non si può stare in cantina come fa Joe” e “New York è una città fantasma che sta morendo”.
Ma il suo avversario gli ha rinfacciato il tragico bollettino da primato del coronavirus negli Usa e le incertezze nella strategia sanitaria adottata: chiunque sia responsabile di così tanti decessi, ha affermato Joe Biden, “non può essere presidente degli Stati Uniti”.
Vicende ucraine
Successivamente il presidente si è giocato il suo asso nella manica evocando Tony Bobulinski, un presunto testimone e socio degli affari illeciti condotti dal figlio del vicepresidente democratico in Ucraina che a due ore dal dibattito ha affermato in diretta tivù da Nashville che “Joe Biden ha detto il falso”.
In proposito Toni Bobulinski ha raccontato di come Hunter Biden aiutò il padre ad entrare in contatto con i vertici di Burisma, la società energetica ucraina per cui lavorava e del tentativo dell’allora vicepresidente Usa di convincere le autorità di Kiev a fermare le indagini per corruzione che coinvolgevano quell’impresa.
Accuse bollate come “spazzatura” da Joe Biden che ha contrattaccato ricordando che suo figlio non ha guadagnato nulla e “la persona che ha avuto problemi in Ucraina è lui, per aver tentato di corrompere il governo ucraino perché dicesse qualcosa di negativo su di me”. E riguardo all’accusa di aver intascato 3,5 milioni di dollari dalla Russia il candidato democratico ha precisato di non aver “mai preso un penny da un’entità straniera” e ha rammentato il conto segreto in Cina, le tasse non pagate e la mancata divulgazione delle dichiarazioni dei redditi del suo rivale.
Questione razziale
A dividere i due anche la questione razziale, dopo che Donald Trump si era vantato di essere “la persona meno razzista in questa sala” e di aver fatto per gli afro-americani “più di qualsiasi altro presidente da Abramo Lincoln”. Sei uno dei presidenti più razzisti della storia moderna” ha accusato Biden che ha puntato l’indice contro la “politica criminale” di separare i figli degli immigrati illegali al confine con il Messico e di tenerli in detenzione. Ma il presidente ha replicato che le gabbie per i clandestini sono state costruite nel 2014 dall’Amministrazione Obama.
Joe Biden ha quindi promesso agevolazioni per l’acquisizione della cittadinanza da parte dei Dreamer, i figli degli immigrati irregolari, e l’estensione della riforma sanitaria di Barack Obama, messa in discussione dai repubblicani. Mentre Donald Trump ha sostenuto di essersi candidato a causa del “pessimo lavoro durante due mandati alla Casa Bianca” di Obama e del suo vice Biden.
In tema di sicurezza infine Biden ha promesso che, se dovesse venire eletto, Russia, Cina e Iran “pagheranno un prezzo” per le loro interferenze nelle elezioni mentre Trump ha rivendicato il miglioramento delle relazioni con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un.
Sondaggi invariati
Intanto però oltre 47 milioni di americani hanno già votato, di cui 23 milioni negli Stati chiave in bilico tra repubblicani e democratici. E secondo il sondaggio diffuso dalla Cnn il candidato democratico avrebbe avuto la meglio nel dibattito di Nashville per il 53% degli statunitensi, contro il 39% favorevole a Donald Trump.
Sempre secondo l’emittente americana l’ultimo confronto non ha spostato gli equilibri della vigilia. Le preferenze verso Biden prima del duello tv erano il 55% e sono rimaste stabili al 56%. Più o meno uguali anche i numeri di Trump con il 42% degli spettatori favorevoli al presidente prima del dibattito e il 41% dopo.
Il commento del corrispondente del Tg a Washington Massimiliano Herber:
tvsvizzera/reuters/ats/spal con RSI (TG del 23.10.2020)
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