Quel muro che divide Roma (in Texas)
Il muro con il Messico voluto dal presidente americano Donald Trump è un argomento che divide gli Stati Uniti. Ma ci sono luoghi dove questa divisione diventa ancora più concreta, come a Roma, cittadina del Texas dove dovrebbe sorgere la barriera promessa dall'inquilino della Casa Bianca.
È stata la promessa elettorale, fra le molte fatte da Donald Trump, che più ha fatto discutere: “Costruiremo un muro alla frontiera sud e a pagare sarà il Messico”, aveva martellato il candidato poi diventato presidente.
Senza troppe sorprese, il Messico non ha intenzione di scucire un centesimo per quest’opera. Il muro comunque s’ha da fare, secondo Trump.
”Un elevato numero di immigrati illegali è stato fermato al confine con il Messico. Non entreranno negli Stati Uniti. Il Muro è in via di costruzione e ci aiuterà nel futuro e ora”, ha twittato ancora sabato.
Border Patrol and Law Enforcement has apprehended (captured) large numbers of illegal immigrants at the Border. They won’t be coming into the U.S. The Wall is being built and will greatly help us in the future, and now!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 9 marzo 2019Collegamento esterno
Il muro, e soprattutto il suo finanziamento, è stato l’argomento principe dello scontro tra Repubblicani e Democratici nel periodo a cavallo tra il 2018 e il 2019, portando alla paralisi dell’amministrazione federale più lunga della storia.
Secondo le indiscrezioni del Washington Post, nella legge di bilancio che Trump presenterà il prossimo lunedì sarà contenuta la richiesta di ulteriori fondi per il muro e per il Pentagono a discapito delle spese per i programmi di assistenza (interna e internazionale) e per la protezione dell’ambiente.
Ma cosa ne pensa la gente che il muro se lo troverà davanti a casa, se Trump riuscisse a mantenere la sua promessa? La Radiotelevisione svizzera è andata a chiederlo agli abitanti di Roma, una cittadina nel Texas dove i terreni di diversi residenti verrebbero espropriati per fare spazio alla barriera.
Come nel resto del paese, ci sono i contrari, che pensano sia ridicolo parlare di “emergenza immigrazione”, e i favorevoli. Uno di questi ultimi spera però che nel muro il governo gli costruisca un portone, abbastanza largo da poterci passare con il trattore e poter continuare a lavorare nei campi.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.