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Omicidio in pizzeria a Brescia, confessano gli assassini

Il pachistano Adnan Muhammad e l'indiano Singh Sarbjit traditi da un’impronta e dalla targa del motorino. Avevano ucciso i loro concorrenti

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Hanno reso piena confessione i due indiziati per il duplice omicidio in una pizzeria di Brescia dello scorso 11 agosto. I dettagli dell’operazione che ha portato ieri all’arresto di Muhammad Adnan, il pachistano 32enne che avrebbe esploso 4 colpi d’arma da fuoco contro i coniugi Seramondi, e di Singh Sarbjit, cittadino indiano 33enne complice del delitto, sono stati svelati dagli inquirenti in una conferenza stampa.

Incastrati da un’impronta e dalle videocamere

“Ho ucciso Frank perché vendeva molto di più”, ha detto il killer nel corso dell’interrogatorio di 7 ore tenutosi in Questura. L’uomo, che aveva avuto rapporti di lavoro con le vittime, è tornato nel suo negozio dopo l’omicidio ed ha pure rilasciato delle dichiarazioni alle televisioni lamentandosi della delinquenza nel quartiere: “Questa zona fa schifo. La polizia dorme”, ha detto davanti alle telecamere. A incastrare l’amico è stata invece un’impronta digitale rinvenuta sulla scena del delitto. A incastrare i due sono state anche le immagini riprese dalle videocamere dalle quali sono stati identificati i numeri di targa del motorino di cui si sono serviti i killer per l’agguato.

Movente da verificare

Gli inquirenti comunque non sono del tutto convinti del movente raccontato dai due indiziati rei confessi. “Gli arrestati hanno detto di aver ammazzato per questioni di concorrenza rispetto alla pizzeria da Frank”, ha spiegato il capo della Squadra Mobile di Brescia Giuseppe Schettino. Vi sarebbe anche un presunto debito tra Muhammad Adnan e i coniugi Seramondi che gli hanno venduto il locale “Dolce e Salato”, prima di aprirne uno a pochi metri di distanza. Ma gli inquirenti vogliono anche approfondire eventuali punti di contatto con la criminalità organizzata locale, che potrebbero delineare scenari più complessi all’origine del duplice delitto.

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