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Siria, siglato un accordo tra i Paesi garanti

Russia, Turchia e Iran hanno siglato ad Astana un accordo per definire un meccanismo congiunto di monitoraggio della tregua in Siria. È quanto si apprende da una dichiarazione sottoscritta dai tre Paesi.

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Il documento non è stato sottoscritto né dai rappresentanti del governo siriano né da quelli dei gruppi ribelli armati: si tratta di una semplice dichirazione d’intenti dei tre Paesi garanti, che non hanno specificato come intendano garantire la tenuta della tregua; i dettagli saranno elaborati in un nuovo incontro che si terrà a breve ad Astana.

I colloqui nella capitale kazaka, ha detto da parte sua il capo della delegazione di Damasco, Bashar al-Jaafari, hanno prodotto “risultati concreti” e consolidano il cessate-il-fuoco “per un specifico periodo di tempo”.

L’accordo raggiunto non pare però soddisfare le opposizioni siriane presenti alle trattative. Il capo delegazione Muhammad Allush, citato dalla tv panaraba al-Jazeera, ha definito l’Iran “parte del problema e non solo della soluzione”. “Rifiutiamo”, ha aggiunto, “il principio secondo cui l’Iran svolga il ruolo di garante”.

I ribelli chiedono inoltre l’applicazione della tregua anche nella valle del fiume Wadi Barada, dove le truppe di Bashar al-Assad non intendono invece interrompere l’offensiva a causa della presenza di “gruppi di terroristi”: le forze antigovernative che controllano le fonti d’acqua nella zona, sostiene al-Jaafari, sono legate ad al Qaida.

Mosca, Teheran e Ankara hanno intanto affermato di sostenere la volontà dei gruppi d’opposizione di partecipare al prossimo ciclo di negoziati che si aprirà l’8 febbraio a Ginevra, e hanno chiesto che sia attuata la risoluzione 2254 dell’Onu, per l’instaurazione nei prossimi sei mesi di un governo di transizione in Siria e lo svolgimento di elezioni sotto sorveglianza della Nazioni Unite entro un anno e mezzo.

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