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TikTok si ritira da Hong Kong

Telefono con logo tiktok
TikTok è di proprietà cinese, ma opera esclusivamente al di fuori della Cina continentale, dove esiste un servizio simile, ma separato. Keystone / Hayoung Jeon

TikTok, social media di proprietà cinese, ha annunciato martedì che si ritirerà da Hong Kong nei prossimi giorni, mentre altri giganti della tecnologia stanno tentando di capire come operare nella città dopo l'adozione nell'ex colonia della controversa legge sulla sicurezza nazionale.

Facebook, Microsoft, Google, Twitter, Zoom e LinkedIn hanno tutte annunciato di aver sospeso l’elaborazione delle richieste dei dati degli utenti da parte delle autorità di Hong Kong mentre stanno studiando in dettaglio la nuova legge. Apple, dal canto suo, ha annunciato di non aver ricevuto nessuna richiesta da governo o polizia dell’ex colonia.

I social media statunitensi sono generalmente banditi in Cina, bloccati dal “grande firewall”. La maggior parte ha però continuato a operare liberamente a Hong Kong. Ora devono capire se e come possono continuare a farlo nel quadro delle nuove regole della città, regole che secondo molti minacciano le libertà di cui la colonia ha goduto per decenni, a differenza della Cina continentale.

L’annuncio di TikTok è sorprendente poiché il social di condivisione di brevi video è di proprietà della ByteDance, con sede in Cina, anche se opera solamente al di fuori.

Nella Cina continentale l’azienda gestisce un servizio simile ma separato da TikTok. 

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“Informazioni al partito comunista”

Lunedì sera, gli Stati Uniti hanno annunciato di stare “esaminando” un possibile divieto per le app dei social media cinesi, tra cui TikTok. Lo ha dichiarato il segretario di Stato Mike Pompeo in un’intervista a Fox News, aggiungendo che “stiamo prendendo molto sul serio” la possibilità. Pompeo ha aggiunto che scaricando l’app si consegnano “informazioni private nelle mani del Partito comunista cinese”.

La risposta dell’azienda non ha tardato ad arrivare: “TikTok è guidata da un AD americano, con centinaia di impiegati e figure chiave per quanto riguarda la sicurezza, la protezione, il prodotto e le politiche pubbliche, che operano negli Stati Uniti. La nostra priorità assoluta è promuovere un’esperienza sicura e un luogo protetto per i nostri utenti. Non abbiamo mai fornito dati degli utenti al governo cinese, né lo faremmo in caso di richiesta”, da dichiarato un portavoce di TikTok.

Verso un cambiamento radicale

Secondo molti, la legge approvata dal Parlamento di Hong Kong la scorsa settimana ha aperto la via a un cambiamento radicale alla vita nell’ex colonia britannica. Lunedì sera le autorità hanno pubblicato più dettagli su come la norma influirà su internet. Tra queste la possibilità delle autorità di chiedere ai fornitori di servizi la rimozione di contenuti ritenuti una minaccia per la sicurezza nazionale.  

King-wa Fu, professore assistente all’Università di Hong Kong nella facoltà di giornalismo e media ha detto all’agenzia Reuters che si aspettava che Hong Kong avrebbe introdotto delle misure per controllare internet e i media con un sistema di censura simile a quello usato nella Cina continentale.

“È per questo che le piattaforme stanno sospendendo il servizio e valutando la situazione. Non ho una sfera di cristallo ma credo che l’ufficio della sicurezza nazionale non tollererà che continui a esserci un internet libero e introdurrà nuove restrizioni”, spiega.

Nel prossimo video, il commento di Bruno Giussani, direttore europeo della piattaforma di diffusione d’idee TED:

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tvsvizzera.it/Zz/reuters con RSI (TG del 07.07.2020)

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