Dieci anni fa Anders Behring Breivik, che nel frattempo ha cambiato nome in Fjotolf Hansen, un cognome molto diffuso in Norvegia, a fronte di un nome che risulta rarissimo o praticamente inedito, commise la peggior strage della storia recente della Norvegia.
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tvsvizzera.it/fra
La Norvegia ricorda oggi la strage di Utøya, il peggiore attacco nella sua storia dopo la seconda guerra mondiale. Settantasette persone, tra cui 69 partecipanti ad un campo estivo giovanile del partito laburista, vennero uccise a sangue freddo da un estremista di destra contrario alle politiche migratorie del governo.
Alle 19 le campane del duomo di Oslo suoneranno settantasette rintocchi, a cui farà seguito un discorso di Re Harald V alla presenza delle massime autorità dello Stato. In mattinata la premier della Norvegia, Erna Solberg ha sottolineato che ‘odio non può “restare incontrastato”.
Non è invece stato ultimato in tempo un monumento commemorativo (vedi foto) che avrebbe dovuto catturare i raggi del sole attraverso settantasette colonne di bronzo, davanti all’isola teatro del massacro. Una serie di controversie contrappongono i familiari delle vittime ai residenti del luogo, che preferirebbero dimenticare e non vedere il nome della loro isola sempre associato ai tragici fatti.
Condannato a 21 anni – prorogabili in caso di pericolosità sociale – l’autore della strage, oggi 42 enne, non ha espresso alcun pentimento, ma punta alla libertà condizionata grazie ai meccanismi garantisti del sistema giudiziario norvegese. E’ attualmente detenuto in isolamento nel carcere di massima sicurezza di Skien.
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